Supernatural: 14×04 Mint Condition – 14×05 Nightmare Logic

Una regola non scritta ma da sempre applicata in Supernatural riguarda l’alternanza tra episodi strettamente legati alla trama orizzontale e altri che se ne distaccano quasi totalmente tornando alla formula del mostro della settimana, tipica soprattutto delle prima stagione. In precedenza, tra l’altro, avevamo criticato la tredicesima proprio a causa del forte squilibrio nella distribuzione tra questi tipi di episodi, con una eccessiva concentrazione del secondo genere dopo la pausa natalizia.

Era solo questione di tempo, quindi, prima che arrivasse il momento di un episodio strettamente verticale e la ricorrenza di Halloween è caduta alla perfezione allo scopo, fungendo non solo da ambientazione della vicenda e da leit motiv del contenuto, ma anche da scusa per un palese e voluto omaggio all’omonima serie di film horror.

Nonostante alcuni cliché fin troppo frequenti e ripetuti legati al mondo nerd, l’episodio intrattiene e diverte e, pur essendo fondamentalmente un riempitivo, viene adeguatamente giustificato, fornendo nella missione di caccia la ragione per la prima uscita di Dean dalla propria camera dopo la sua liberazione. Ricordando, infatti, non solo il trauma della possessione, ma anche quello di tornare in una casa sostanzialmente stravolta e piena di estranei, è più che comprensibile la reticenza dell’uomo all’immergersi completamente nella sua nuova realtà: la caccia, arricchita poi dal suo personaggio horror preferito, è la chiave per rimetterlo in moto, come previsto dal sempre più maturo Sam.

La leggerezza di fondo dell’episodio permette anche un paio di inside jokes ben riusciti sulla natura stessa dei protagonisti, col paragone diretto tra Sam e la pignola e dai capelli fluenti responsabile del negozio e, in contrapposizione, tra Dean e il dipendente nerd e fanatico di film horror.

L’evoluzione del più giovane dei Winchester risulta ancora più evidente in Nightmare Logic, dove abbiamo scorci delle molte novità pensate da Sam per gestire la sua famiglia di cacciatori. La responsabilità che si è caricato sulle spalle l’ha reso, oltre che iperattivo e a rischio di un immediato crollo nervoso, anche estremamente creativo: l’idea non solo dei check-in periodici da parte dei Cacciatori, ma anche delle telecamere personali ha senso in un mondo sempre più connesso e tecnologico e Sam è sempre stato il più avanzato tra i fratelli.

Lo stesso Dean, pur ironizzando spesso e volentieri sulle nuove situazioni, non può che ammirare alcune idee messe in campo da Sam, rendendo implicitamente onore alla sua crescita come Cacciatore, uomo e, ormai, leader.

Una delle chiavi di lettura della stagione fino ad ora è il cambio di prospettiva. Lo vediamo con l’utilizzo dei personaggi dell’universo alternativo, ad esempio: i Cacciatori del bunker non sono quelli a cui eravamo abituati; sono inesperti, addestrati a combattere una guerra ma non a inseguire mostri (e no, non è la stessa cosa, come intelligentemente viene sottolineato) e Sam si è assunto il compito di guidarli e proteggerli.

Anche Bobby torna utile, in quest’ottica: pur somigliando al personaggio che conoscevamo, si tratta di un uomo diverso, con un background, esperienze, sensibilità e timori differenti e in questo quinto episodio ce ne viene dato un buon assaggio; non solo scopriamo dell’esistenza di un figlio morto, ma vediamo anche come i suoi fantasmi lo spingano a chiudersi verso possibilità di felicità (con Mary) o a scaricare su qualcun altro (Sam) la rabbia verso i propri errori passati.

Ma il cambio di prospettiva maggiore lo si ha ovviamente per mano di Michael. Abbiamo già visto l’Arcangelo potenziare vampiri e lupi mannari e, stavolta, scopriamo che la sua azione si sta rivolgendo a tutte le creature che abbiamo imparato a conoscere in tredici stagioni, trasformandole di fatto in qualcosa di familiare eppure completamente nuovo: una soluzione molto intelligente per dare una ventata di novità a meccanismi che, pur ben oliati, facevano ormai sempre lo stesso percorso.

Il piano di Michael è ancora oscuro, ma è sempre più evidente la sua complessità e ampiezza: l’idea di potenziare i Jinn (e chissà quanti altri mostri) per ripulire il mondo dai Cacciatori è semplice e furba e pone nuove basi per gli episodi futuri, anche se è nostra speranza non si finisca per riciclare troppo spesso lo stesso canovaccio arricchendoli di pochi dettagli più o meno interessanti.

E parlando di dettagli non possiamo non citare il momento in cui il Jinn arretra dopo aver cercato di leggere gli incubi di Dean: la sorpresa e, forse, la paura nella reazione del mostro sono chiare indicazioni che nell’uomo c’è più di quanto crediamo. Al contrario di pareri letti in rete, chi scrive è ragionevolmente sicuro che il Jinn non abbia scoperto che Michael è ancora dentro Dean; non solo la possibilità è stata ufficialmente negata nelle settimane passate (e sarebbe troppo prevedibile, aggiungiamo), ma le parole successive della creatura non danno adito a dubbi: parlando di Michael usa di nuovo la terza persona, ma se avesse scoperto la sua presenza in Dean avrebbe necessariamente usato la seconda. La creatura ha visto qualcosa, che può essere una rivelazione futura o semplicemente un’oscurità che non aveva previsto, ma quasi sicuramente non ha trovato Michael.

Molto funziona in Nightmare Logic, qualcosa lascia dubbiosi e qualcos’altro è proprio fuori luogo. La costruzione della vicenda ci piace, le dinamiche tra i personaggi funzionano, la trama è avvincente, ben strutturata e fornisce nuovi dettagli allo svolgimento orizzontale nonostante non ci si focalizzi quasi per niente: gli approfondimenti sul background di Bobby e sul modo in cui Dean vive il proprio passato sono gradevoli pennellate di tridimensionalità.

– Posso darti un consiglio? Lascia andare. Il passato non è modificabile e se ti ci attacchi resta esclusivamente un bagaglio.
– È quello che fai tu?
– Ci provo. Ogni giorno.

La mancanza totale di Castiel e Jack, con l’ennesima scusa di una missione, dimostra di nuovo la già denunciata difficoltà di gestione di un elevato numero di personaggi: in tal senso va sicuramente letto anche il saluto di Mary e Bobby a fine episodio, che permette di mettere i due in disparte senza doverne regolarmente giustificare l’assenza in qualche modo.

Si storce invece il naso per un elemento che è la miccia dell’intero episodio: mandare in missione solitaria in un altro stato una Cacciatrice giovane, inesperta e con una morte alle spalle è un gesto superficiale e insensato che, giustamente, scatena la rabbia di Bobby; pur giustificato dalla stanchezza di Sam e da qualche errore di inesperienza, sembra comunque troppo grossolano per essere digerito con facilità, anche perché la buddy rule viene citata esplicitamente proprio alla fine dell’episodio.

Ingoiando, comunque, il pur piccolo rospo, ribadiamo che si tratta di un episodio piacevole, ben incastrato e sufficientemente funzionale alla trama orizzontale da non far irritare per la presenza di due episodi verticali di fila.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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