Cercando la luce

Tre settimane che non aggiorno. Non una grande novità, c’è da dirlo, ma comunque preferisco farne nota mentale. Settimane strane, stancanti, sfibranti.

Il lavoro al momento è fonte di frustrazione e insoddisfazione. Un fastidio iniziato a fine agosto si è tramutato comunque nel salto di un mese di fatturazione che a fine settembre fa la differenza, una differenza che fa girare ancora più le scatole vedendo come chi ne è stato superficialmente la causa abbia cercato di scrollarsene le spalle.

E poi ci sono state le ultime settimane, in cui ho dovuto avere a che fare con qualcuno la cui essenza stessa era in contrasto con ogni cosa che ritengo accettabile. Era tempo che non provavo una tale repulsione per qualcuno ed essere costretto ad avere dei contatti con questa persona per lavoro mi ha letteralmente avvelenato per giorni, tanto da farmi valutare se interrompere ogni collaborazione con chi mi poneva in queste condizioni.

Mi viene in mente il solito “Make good art” di Gaiman e il suo ricordare che se ti trovi a fare qualcosa solo per denaro finisci per avere poco o nulla in mano. Ha ragione, pienamente, e il vuoto che sento in certe situazioni lo dimostra. Ovviamente mi guardo intorno. A dire la verità, fossi disposto ad avere un cliente solo avrei trovato già almeno dieci lavori, ma no, grazie, quel rischio non lo corro più.

Che poi uno dovrebbe spiegarmi perché, avendo partita iva, dovrei accettare di lavorare come fossi dipendente. Masochismo? Ovviamente per molti va bene, ma continuo a non capire. Evidentemente sono strano io.

Poi guardo annunci di lavoro a Londra e mi rendo conto di quanto, davvero, il mio lavoro sia svalutato qui. Certo, poi mi ricordo anche di quanto costerebbe la vita lì, trasferirsi coi felini e di quella cosuccia chiamata Brexit, però cazzo. Cazzo.

Ma cerchiamo di procedere, anche se l’umore a fine giornata è spesso grigio. Cerco di vedere il buono. Cerco di dedicarmi a ciò che mi piace. Ma mi rendo conto che ci sono periodi in cui assorbo la luce più che alimentarmene. Non vorrei fosse così, ma capita.

Eppure di cose belle ce ne sono. Ho chi mi vuole bene. Ho le tre pesti. Ho il romanzo che sta procedendo e finalmente ho un obiettivo per finirlo: fine anno. Potrebbe essere poco prima o poco dopo, ma è un obiettivo tangibile e realistico e già questo è un cambiamento enorme.

Poi, da un lato, penso che alla fine di questo romanzo importa quasi solo a me. Sì, è vero, ho un paio di persone che attendono con ansia (ciao, Stefy 😉 ), ma alla fin dei conti per chiunque altro è al massimo una curiosità. Che poi è giusto così, eh? Il romanzo è mio, la sfida è mia, agli altri cosa dovrebbe fregare? Ci sta.

E poi tra 24 giorni c’è Lucca e faremo anche una cena tra amici della redazione e non vedo veramente l’ora. E il 6 dicembre sarò a Londra e di nuovo non vedo l’ora. Certo, poi vedo il NY Comicon e mi brucia non esserci per più di un motivo. Di nuovo, luci e ombre e io che mi costringo a guardare le luci e vorrei che in questi momenti fosse spontaneo farlo.

Ma il mondo intorno è carico d’ombra e il veleno è ormai sotto la pelle e accidenti quanta paura mi fa. E quando c’è così tanta ombra, la luce fa fatica a scaldare, anche quando c’è. E la cerco. Sia chiaro che la cerco.

E ogni tanto mi piacerebbe vedere che chi non merita niente iniziasse a non ricevere niente, ma lo so, sono illusioni. Inutile pensarci.

In compenso stasera è ricominciato Doctor Who e Jodie Whittaker è fantastica e questo mi rende molto ma molto contento.

E niente, è domenica sera, domani si riprende, continuiamo così.

Cercando la luce.

In attesa che torni spontaneo.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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