4 (e 5)
Poco più di cinque mesi fa, cinque mesi e due giorni, Stitch se n’è andato e il trauma di quel giorno mi ha segnato anche più di quanto avrei potuto prevedere (e non era poco).
La cosa che, nel giro di un paio di settimane, fu chiara era che la sua presenza non era solo una questione di affetto, ma era elemento centrale della mia stabilità quotidiana. Pochi giorni e avevo cominciato a perdere orari, a essere meno attento al mio benessere in casa, a essere meno concentrato e organizzato: semplicemente, prendersi cura di qualcuno comporta per forza di cose – se si è equilibrati – anche il prendersi cura di noi stessi.
Per questo, tornato da Londra, andai da Mondo Gatto, il gattile principale di Milano, e, nel giro di un paio di settimane, tre nuovi ospiti erano in giro per casa. Non in sostituzione, perché non esiste sostituzione, ma in integrazione, a riempimento di spazi che non potevano né dovevano rimanere vuoti.
Oggi sono esattamente quattro mesi da quando Sissi, Sasha e Sheppard sono arrivati a casa.
Quattro mesi di scoperta reciproca, di danni, di sterilizzazioni, di ricerca del cibo giusto, di qualche (fugace) paura per la loro salute.
Quattro mesi in cui le due pesti sono cresciute e hanno cominciato a distinguersi nettamente: più grande e rumorosa Sissi, più piccola e acrobata Sash.
Quattro mesi in cui si sono instaurati nuovi riti, tra cui il doverli sempre far giocare dopo cena, pena miagolate ultasoniche.
Quattro mesi in cui Sheppard è passato dall’essere un gatto sottopeso che aveva paura del mondo all’essere un gattone che ripulisce ogni traccia di cibo, che periodicamente rompe le scatole a Sasha e gioca con Sissi, che si lascia accarezzare e che non soffia neanche per sbaglio.
Quattro mesi in cui il cartongesso del corridoio si è riempito di unghiate fino a un metro e settanta di altezza. E non è stato Sheppard.
Quattro mesi in cui il istinto protettivo si è sviluppato oltre ogni immaginazione, in parte come reazione a ciò che è successo a Stitch, in parte perché salvare due piccole con la madre uccisa dai cani e un gatto adulto che aveva solo bisogno di una famiglia alimenta per forza di cose il proprio senso di responsabilità.
Quattro mesi di famiglia.
E se, senza dubbio, io ho salvato loro, è altrettanto certo che loro sono riusciti a salvare me quando più ne avevo bisogno.
che belle parole <3