Supernatural: 13×14 Good Intentions – 13×15 A Most Holy Man
Due episodi quasi completamente riempitivi su cinque sono decisamente troppi e Supernatural sta un po’ giocando col fuoco, da questo punto di vista.
Se, infatti, Good Intentions ci mostra un buon avanzamento della trama su più fronti, pur concentrandosi sopratutto sull’Altra Terra, A Most Holy Man è una sorta di Gangster Story in chiave vagamente soprannaturale il cui unico punto di interesse è il recupero del primo dei quattro ingredienti necessari all’apertura del portale.
Ma andiamo con ordine e focalizziamoci anzitutto sul quattordicesimo episodio. Nell’Altra Terra i tentativi di costringere Jack a riaprire il portale non hanno successo: il ragazzo, pur essendo tecnicamente ancora un infante, si dimostra un osso più duro del previsto per Michael e i suoi uomini il metterlo in cella con Mary sortisce l’effetto desiderato. La donna, tutt’altro che stupida, comprende subito il piano dell’arcangelo e insieme al giovane Nephilim riesce a studiare un piano di fuga che li porta dritti tra le braccia del Bobby di quel mondo e della sua resistenza.
Da questo punto in poi, la storia rappresenta esclusivamente un modo – ben strutturato – per mettere Bobby, Mary e Jack a confronto e far superare al primo le ragionevoli opposizioni nei confronti del ragazzo. L’influenza di Sam e Dean più ancora che di Castiel nella sua formazione si fa sentire e il suo senso di responsabilità e di giustizia lo portano a rifiutare la fuga e ad accettare il suo ruolo di potenziale salvatore dei più deboli.
Jack ha imparato il sacrificio e l’altruismo dai due figli di Mary e sta ora mettendolo in pratica.
Da inizio stagione, il Nephilim si è costantemente dimostrato la controparte più pura di tutti gli interlocutori che si è trovato di fronte, a partire dai Winchester stessi: la speranza che la sua bontà, per quanto acquisita, non venga messa in discussione da qui a fine stagione è alta, per quanto possiamo comprendere la potenzialità narrativa del fare cadere un personaggio del genere. Staremo a vedere.
Nella realtà a noi conosciuta, invece, i Winchester e Castiel si trovano a fare i conti con l’avvelenamento mentale di Donatello, di cui loro stessi sono causa principale. Di fronte all’incapacità dei due fratelli di decidere come gestire la situazione, sarà Castiel a tagliare la testa al toro e a sporcarsi pesantemente le mani, col risultato di ottenere le informazioni necessarie ma di aver sostanzialmente trasformato Donatello in un vegetale.
Ci sarebbero stati altri modi? Probabilmente no e Castiel ha agito come un buon soldato perché, di fronte a loro, si preannuncia una guerra devastante e drammatica. Ciò non toglie che l’amaro per la necessaria scelta rimanga.
Lascia un po’ perplessi come la collaborazione – involontaria – tra Donatello e Asmodeus sia stata velocemente messa da parte, giusto con una battuta pronunciata da Castiel. Non è la prima volta che accade, lasciando l’impressione che diversi indizi vengano lasciati solo per depistare: legittimo, ovviamente, ma il risultato sembra essere un po’ grezzo.
A most holy man è, dicevamo, un episodio che invece può lasciare soddisfatti solo se non avessimo una trama orizzontale da sviluppare. Si tratta né più né meno di un divertissement in cui, allontanato pretestuosamente Castiel, si portano i Winchester a immergersi in una storia di mafia e traffico di reliquie, con impatto quasi nullo sulla suddetta trama orizzontale e risultati alterni come episodio a sé stante.
Sam e Dean si mettono alla ricerca del Sangue di un santo e finiscono per farsi manipolare da una serie di personaggi senza scrupoli, inclusa una trafficante di manufatti, un boss della mafia e un collezionista schifosamente maleducato. Nei rari casi di episodi incentrati quasi esclusivamente su antagonisti umani, la serie finisce sempre per mostrare il fianco a qualche critica: Sam e Dean hanno combattuto o gestito creature di ogni genere, Diavolo, Dio e Oscurità inclusi, ma ogni volta che si scontrano con degli umani sembrano pesci fuor d’acqua. Se è vero che in passato lo stesso Dean aveva affermato che le persone sono troppo imprevedibili rispetto ai mostri, si potrebbe anche pensare che dopo tanti anni le loro capacità siano evolute e che la necessità di salvare il mondo da un invasione sia prioritaria rispetto ai loro scrupoli nel fare del male a qualche essere umano non certamente di sani principi morali.
C’è poi un appunto da fare agli autori in merito alla loro gestione di luoghi e nomi stranieri.
Malta non è in Italia e a Malta la lingua ufficiale non è l’italiano. Ma se anche vogliamo soprassedere e pensare che, nel frattempo, ci sia stata un’annessione, chiamare un personaggio Lucca invece di Luca fa accapponare la pelle.
Non si tratta di campanilisimo, ma semplicemente del notare l’estrema superficialità nel fare certe scelte che sarebbe stato possibile correggere senza – letteralmente – alcun costo se non quello di una veloce ricerca su quell’internet che – l’ha detto Dean – non serve più solo per i porno.
Mancano ormai solo otto episodi e ci sono molti sviluppi di trama che ancora devono procedere: il nuovo ruolo di Lucifer, la guerra sull’altra Terra, il ritorno di Jack e Mary, la potenziale invasione della nostra realtà. In tutto questo, nel prossimo episodio ci aspetta un cross-over con… Scooby Doo.