I figli di Medusa

Parecchio tempo fa trovai in qualche libreria dei libri in offerta, inclusi alcuni Urania di autori classici che però non avevo mai approfondito. Uno di questo è Theodore Sturgeon, che avevo avuto modo di conoscere solo attraverso qualche racconto incluso in raccolte di genere.

I figli di Medusa è uno dei due suoi romanzi acquistati in quell’occasione e che, negli ultimi giorni, ho letto con un misto di curiosità e perplessità e, giunto al termine, la prima è stata poco appagata e la seconda parecchio alimentata.

Si tratta di un romanzo abbastanza atipico perché non esiste un vero protagonista se non, se vogliamo, la creatura aliena dalla mente alveare che cerca di invadere il nostro pianeta usando come veicolo un essere umano a dir poco abietto: ogni capitolo è, invece, focalizzato su individui che hanno in comune il solo appartenere alla razza umana e le cui vicende sono a volte curiose, altre noiose, ma soprattutto non si incastrano nella storia se non per dire “li ho citati prima”, per fornire una sorta di – inutile – background a soggetti che non sono più che pedine.

Il risultato è che nel momento in cui l’idea di fondo del romanzo esplode e va a fondersi in una narrazione più omogenea, per quanto breve, si resti col sapore amaro del “tutto qui?”: il che è un peccato, perché il messaggio di fondo che evidentemente l’autore voleva trasmettere è estremamente interessante, solo che è scritto in modo da non avere alcun tipo di appeal, almeno per quanto riguarda me, ovviamente. 

Nel momento in cui mi trovo a dover usare il messaggio per scusare la scrittura qualcosa non va e la delusione supera l’apprezzamento.

Lo stile è asciutto, sintetico, a volte crudo: ci sono scene inserite più per volontà che per necessità, inclusa la morte volontaria e cruenta di un bambino per il bene supremo. Chi mi conosce sa che non mi scandalizzo, ma solo se scelte e immagini non sono (o non sembrano) fini a se stesse: qui l’impressione è che lo siano, tanto che leggendo alcune parti mi sono chiesto più di una volta se stessi comprendendo bene ciò che avevo letto (e anche questo dice molto sulla qualità della prosa).

Ho un altro suo romanzo in coda e prima o poi gli darò una possibilità, considerandone la brevità: per ora, però, io e Sturgeon non andiamo d’accordo.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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