Counterpart: 1×04 Both Sides Now – 1×05 Shaking The Tree
Ci vuole un’enorme maestria nel gestire plot che prevedono intrighi e, in aggiunta, versioni alternative di personaggi e realtà. Dietro l’angolo c’è il rischio di dare informazioni troppo presto o – in alternativa – troppo tardi, di rendere eccessivamente bidimensionali personaggi secondari, di cedere a facili cliché e così proseguendo verso il classico tanto fumo e niente arrosto.
Ecco, possiamo tranquillamente dire che gli autori di Counterpart hanno fino ad ora dimostrato pieno sfoggio di tale maestria e stanno donando agli spettatori una narrazione con un ritmo pressoché perfetto, scandita da rivelazioni ed evoluzioni a volte impercettibili eppure perfettamente incastonati nel mosaico che si sta andando a creare.
Lo scambio di ruoli proposto al termine di The Lost Art Of Diplomacy viene preparato e messo in atto in Both Sides Now, accompagnandoci non solo alla scoperta di quella Terra-Prime di cui finora abbiamo avuto solo scorci, ma anche nell’esplorazione da parte di Howard-Prime della versione originale del suo mondo e di una vita non sua ma che avrebbe potuto esserlo.
Il momento degli ultimi preparativi porta con sé una simbologia degna di attenzione: Howard-Prime propone alla sua versione originale di giocare a carte per conoscersi meglio e finisce per essere frustrato e irritato dalle continue sconfitte subite dalla sua controparte.
Prova a giocare come se sapessi vincere
La supponenza di Prime finisce per alterare l’altrimenti pacato Howard che non solo esprime il suo rammarico per i continui insulti subiti, ma mostrandogli una mano di carte assolutamente inutile gli dimostra quanto, in certe occasioni, non basti voler ottenere qualcosa per poterla davvero raggiungere. Si era già parlato del concetto di condizioni e di essenza e qui viene ribadito con stile: due uomini potenzialmente tanto uguali possono diventare così diversi solo a causa di condizioni ambientali altrettanto differenti.
La somiglianza tra i due Howard e la loro contemporanea distanza sono leit motiv di entrambi gli episodi e, al riguardo, l’esplorazione di Terra-Prime è fondamentale. Howard si trova faccia a faccia con una figlia che non ha avuto modo di nascere nel suo mondo – e che, incidentalmente, disprezza suo padre – e, soprattutto, con una Emily-Prime ben più viva di quanto il suo alter-ego gli avesse fatto credere.
Si tratta della goccia che fa traboccare il vaso della sopportazione dell’uomo, che dopo aver quasi passivamente subito le scelte e le imposizioni di Howard-Prime, decide – proprio grazie alle due scoperte fatte – di non essere più disposto ad abbassare la testa. Da qui ad avere una certa tensione sentimentale con Emily-Prime e un desiderio di mostrarsi paterno verso la sua non-figlia il passo è breve e ancora più breve è quello in direzione di una collaborazione con la donna, che riesce a ottenere da lui molte più informazioni di quante ne abbia avute finora.
Da sottolineare il rapporto delicato con Anna, la figlia di Howard-Prime ed Emily-Prime: la donna, evidentemente delusa troppe volte dal padre, mostra giustificabile astio e sfiducia nei confronti di Howard – non conoscendone l’identità – e solo il suo essere se stesso pur nei panni dell’altro gli permette di avvicinarsi a lei. Il desiderio di conoscere una figlia mai nata è più forte della prudenza che la sua posizione consiglierebbe e le conseguenze di tali azioni saranno imprevedibili. Howard, tirato in un gioco più grande di lui, sbattuto dalle ondate di marea giuntegli addosso, decide di non poterne più e di avere il diritto di fare di testa propria, diventando attore – prevedibilmente non marginale – in quella enorme recita che si sta mettendo in scena.
Sto andando a fare una passeggiata. Probabilmente prenderò una tazza di tè. E poi, beh, penso che continuerò a camminare e ad andare dovunque mi vada.
Sulla nostra Terra, invece, Howard-Prime si scontra più con le similitudini che con le differenze. L’idea di essere molto diverso dal suo originale sembrava dargli una corazza che, pian piano, sta venendo scalfita. Il ritrovamento dell’ecografia dell’Anna mai nata è un primo colpo che viene seguito dalla ben peggiore scoperta della relazione tra la Emily originale e quell’Andrei con cui Howard giocava a Go. Una relazione non legata all’attività della donna nell’agenzia, ma – sembra – esclusivamente sentimentale e, proprio per questo, molto più dolorosa per Howard-Prime. Sì, per Howard-Prime, perché Howard ancora non è a conoscenza della nuova scoperta. Il fatto che questa notizia sia un colpo doloroso per Prime è, invece, significativo: se la Terra originale (o Alpha, come la chiamano gli sceneggiatori) è ciò che la sua derivata avrebbe potuto essere, scoprire che Emily-Alpha non è meglio di Emily-Prime come lui pensava finisce per essere un tradimento alla sua fiducia quanto a quella della sua controparte.
La lealtà è il suo difetto più grande. E anche il mio
E la lealtà è il punto debole che porta al tradimento subito da Baldwin che, convinta di potersi fidare del suo contatto sulla nostra terra (complice anche un rapporto sessuale consumatosi poco prima), finisce per rischiare di essere schiacciata in quel meccanismo di cui lei è stata, fin dall’inizio, solo un braccio operativo. C’è quindi una nuova variabile in gioco: una killer ben addestrata tradita dai suoi mandanti e di certo desiderosa non solo di mettersi al sicuro, ma di essere vendicata.
La situazione di Baldwin ci ricorda che in Counterpart c’è molto più in gioco del semplice approfondimento, per quanto affascinante, dei personaggi, ma la serie non delude neanche su questo fronte, aggiungendo tanti ingredienti al piatto già di per sé saporito. In primis ci viene rivelata la causa principale delle differenze tra Terra-Alpha e Terra-Prime: un’influenza devastante che, all’inizio degli anni ’90, decimò la popolazione del pianeta figlio, uccidendone il 7%. Ecco spiegate le norme sanitarie, la differenza di sviluppo, gli approfondimenti sul genoma e, cosa non secondaria, l’odio verso il mondo originale. L’opinione diffusa – sebbene tacciata ufficialmente di complottismo – è che tale epidemia sia stata scatenata volutamente dal mondo originale, per scopi non ancora definiti: un’informazione non da poco, perché va a dare una motivazione a quella sorta di società segreta che sta portando avanti un attacco di cui, dicevamo, la missione di Baldwin era solo una minima espressione.
La gestione di Aldrich sottolinea, come ci fosse ulteriormente bisogno, l’abilità degli autori: il suo personaggio era finora sembrato il più bidimensionale, un braccio con poco cervello sotto la direzione di Quayle: scopriamo ora che la situazione è molto diversa e che Aldrich ha invece da tempo un ruolo parecchio più attivo, tanto da aver protetto per anni – assieme ai suoi uomini – una rifugiata di Terra-Prime in grado di fornire informazioni preziose: come nel più classico dei giochi di spie, chi sembra più grigio e innocuo è proprio il soggetto da tenere maggiormente d’occhio (e il pensiero torna al nostro Howard). Piccola nota a margine: l’utilizzo di realtà alternative permette anche agli autori di giocare con intrecci insoliti, come il particolare ménage à trois con protagoniste la suddetta rifugiata, la sua controparte e il marito di quest’ultima.
Passo dopo passo, le informazioni che ci vengono fornite fanno comparire lentamente il disegno. Sappiamo che è in corso un attacco pianificato da anni o, forse, decenni verso Terra-Alfa e motivato, apparentemente, dalla colpa attribuita al nostro mondo relativamente al suo ruolo nell’epidemia influenzale. Sappiamo che c’è un agente ai piani alti, nome in codice Shadow, e che una Scuola prepara agenti dormienti già inseriti nella nostra realtà e pronti a colpire al momento giusto, il tutto con la complicità di quell’Alexander Pope di cui Howard-Prime si fidava ciecamente (e di nuovo torniamo sulla fiducia malriposta).
A questo punto la seconda metà che ci attende si preannuncia carica di rivelazioni (davvero il nostro mondo non ha avuto nulla a che fare con l’epidemia?), eventi e colpi di scena, che attendiamo con ansia e curiosità malcelate.