13×10 Wayward Sisters – 13×11 Breakdown

Sorelle ribelli

Un backdoor pilot è un episodio di una serie tv che viene utilizzato come pilot implicito di una possibile nuova serie: si tratta di un metodo usato occasionalmente per verificare le potenzialità di uno spin-off a partire da una serie di forte richiamo e dall’ampia base di fan.
Per fare un esempio, Private Practice partì da un backdoor pilot inserito alla fine della terza stagione di Grey’s Anatomy o, ancora, NCIS nacque come spin-off di Jag partendo da un backdoor pilot inserito nell’ottava stagione di quest’ultima: solo nel caso in cui il pubblico si dimostri incuriosito da trame e personaggi proposti, la rete procede a ordinare e trasmettere una prima stagione dello spin-off.

Supernatural non è nuova alla proposta di potenziali serie figlie: nel corso della nona stagione fu proposto il pilot di “Supernatural: Bloodlines”, che avrebbe dovuto focalizzarsi sulle varie culture di cacciatori e mostri che popolano Chicago. A dimostrazione che un backdoor pilot non è garanzia di avvio per una nuova serie, Bloodlines non andò oltre quell’episodio e il progetto morì sul nascere. Stavolta, però, la situazione sembra potenzialmente diversa e Wayward Sisters potrebbe rappresentare la porta verso l’omonima serie non ancora annunciata.

Nelle intenzioni deducibili dal titolo stesso, Wayward Sisters si concentrerà su alcuni dei personaggi femminili più famosi e apprezzati della serie madre, creando quello che su alcuni siti è stato definito come un connubio tra Supernatural e Buffy. Partendo da questo presupposto, l’episodio di ritorno dalla pausa invernale sfrutta l’assenza forzata dei fratelli Winchester, imprigionati in un’altra dimensione e a rischio di fungere da pasto per qualche mostro gigante, per mostrarci il più classico dei gathering eroici.

L’episodio, incentrato soprattutto su Claire e la sua dicotomia tra il desiderio di essere una cacciatrice senza paura e il suo essere a tutti gli effetti una giovane ragazza che ha fronteggiato alla meno peggio innumerevoli traumi, riporta sotto i riflettori non solo Jody e la sempre più apprezzabile Donna, ma anche Alex e i neo arrivi Patience e Kaia, introdotte giusto qualche episodio fa con l’ovvia intenzione di renderle protagoniste di questo.

La storia funziona abbastanza bene e diverte: nonostante il personaggio di Claire tenda a essere spesso sopra le righe ed eccessivamente impostato – un po’ per scrittura e un po’ per resa dell’attrice – si incastra bene nel gruppo nel momento in cui ha gli altri personaggi, Kaia e Alex in primis, a farle da contraltare.

Le dinamiche della neonata sorellanza sono ovviamente ancora acerbe e sarà interessante capire quale direzione prenderanno i 13 episodi della serie, nel caso questa dovesse partire, ma di certo le potenzialità ci sono e il finale con la rivelazione di quello che sarà probabilmente il villain della stessa ci incuriosisce a sufficienza per volerle dare una possibilità.

Al momento, come accennavamo, l’episodio serve a smussare alcuni degli angoli del personaggio di Claire che non le avrebbero permesso l’inserimento nel gruppo – evidenziati da quel suo costante contraltare che è Alex – a dare qualche motivazione aggiuntiva a Patience – che sarà prevedibilmente l’anello debole con possibilità di crescere – e a fornirci alcuni scorci sulle apprezzabili potenzialità di Donna.

– Perché hai tutte queste armi?
– Sono del Minnesota

Ci fa piacere, poi, che l’episodio in sé non sia un filler ma che, invece, riesca a far avanzare la trama quel minimo da non sentirci presi particolarmente in giro (cosa che, invece, succede per il successivo Breakdown, come diremo tra poco).

Wayward Sisters, nei suoi quaranta minuti abbondanti, ci porta quindi un gruppo di personaggi potenzialmente badass (di alcune lo sappiamo già, delle altre vedremo l’evoluzione) dalle interazioni non del tutto prevedibili, un nemico da un’altra dimensione e una razza di mostri mai visti prima: sì, la curiosità è stuzzicata, potete portarci il primo piatto.

Il crollo

Non molto possiamo dire dell’undicesimo episodio. Si tratta quasi completamente di un filler in cui, a sorpresa, compare ancora Donna e che sembra avere il solo scopo di sganciarla dagli ultimi legami sentimentali, un focus di cui onestamente non si sentiva la necessità e in cui il personaggio sembra nettamente sotto tono rispetto al precedente.

Si tratta di un episodio insipido sotto praticamente tutti i punti di vista, in cui non c’è alcun avanzamento della trama orizzontale e in cui la trama verticale finisce per essere banale e prevedibile, nonostante il suo desiderio di richiamare in qualche modo serie di ben altro spessore e target, con tanto di asta on line di organi umani freschi e di killer con maschera da maiale.

Se la scrittura fosse stata un po’ più raffinata avremmo anche potuto essere meno critici, ma quando ci troviamo davanti a cliffhanger telefonati e a rivelazioni prevedibili, la voglia di concedere il beneficio del dubbio passa e il fastidio per un episodio che non ci regala nulla cresce: alzi la mano chi non si sarebbe aspettato l’arrivo di Dean nel preciso istante in cui questo avviene o, ancora, chi non aveva immaginato che l’agente non la raccontasse giusta; regola generale (e pertanto da violare per non essere prevedibili) è che un personaggio che sembra non servire a nulla nella storia sarà probabilmente quello che si rivelerà chiave positiva o negativa. Et voilà.

Fastidioso, poi, è il ribaltamento di umore tra Dean e Sam. Dopo settimane in cui il maggiore dei fratelli Winchester era – per dirlo con le sue parole – in un dark place, ora è Sam a perdere fiducia in qualunque possibilità di successo nel salvare la madre, recuperare Jack e, incidentalmente, salvare il mondo dalle minacce in arrivo.

Ho cercato di far finta che potessimo avere mamma e Cass indietro e… e aiutare Jack.
Ma non possiamo.
Finirà solo in un modo per noi, Dean.
Finirà nel sangue.
Finirà male.

Ovviamente possiamo capire la frustrazione di vedere tanti tentativi finire nel nulla, ma considerando che hanno letteralmente visto tornare Castiel dalla morte e che hanno appena viaggiato tra dimensioni contro ogni probabilità, magari questo calo di ottimismo arriva nel momento meno giustificato in assoluto al personaggio che, più di tutti, dovrebbe aver raggiunto un certo equilibrio tra disperazione e speranza.

Abbiamo superato la metà della stagione e ora è il caso che i fratelli si rimettano in sesto, la piantino di piangersi addosso a corrente alternata e facciano quello che sanno fare meglio: salvino il mondo. E, già che ci siamo, evitiamo altri filler da qui a fine stagione, se possibile.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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