Di pesche di beneficenza, motel, uomini, donne, asini e pinzillacchere
Quando ero ragazzino, nel mese di luglio, nel paese dove avevamo la casa in campagna, quella grandissima metropoli che prende il nome di Marano Ticino, si svolgeva la festa (appunto) del paese.
Era un evento attesissimo dall’immensa (?) comunità, che nelle settimane prevedeva innumerevoli preparativi e che culminava in una settimana (o a volte più) di eventi diurni e serali.
L’ultimo giorno era previsto il palio degli asini (sic), che per anni si era svolto nelle strade comunali e, alla fine, era stato spostato al campo sportivo; prima del palio c’era la sfilata in costume, dove le contrade (che poi furono fuse insieme perché se no ce n’erano di troppo piccole e sfigate, tipo la mia) decidevano un argomento e si abbigliavano adeguatamente.
Un anno sfilai pure io e l’originalissima idea per la nostra contrada fu quella di vestirsi da contadini. Già, in un paese di campagna. Non ho mai capito se fosse per travestirsi o mimetizzarsi, ma comunque ho da qualche parte foto imbarazzantissime del sottoscritto a circa 8 anni con una camicia aperta sul petto e annodata in fondo, un cesto che conteneva (forse) uva, zoccoli e un cappello di paglia.
No, non ho intenzione di pubblicarle.
No, neanche se insistete.
Comunque.
Le sere c’erano eventi di vita mondana che Rimini impallidirebbe. Tipo concerti di artisti all’ultimo grido (ricordo un anno che mio padre mi trascinò a vedere Betty Curtis. Betty Curtis, santiddio), cena a base di stufato d’asino (sì, stufato d’asino. A luglio. Sì, c’era anche il palio degli asini. A loro gli asini stavano sul cazzo, ok?), le giostre (ergo un calcinculo, un autoscontro con tamarri annessi, un punching ball con uber-tamarri a seguire, un paio di punti dove si sparava e quello dove si doveva acchiappare un codino peloso per vincere una nuova corsa) e amenità del genere.
Ma una delle cose che più attendevo (ero un bambino, vi ricordo) era la pesca di beneficenza. Amavo andare in questo posto stranissimo dove sui ripiani si ammassavano una quantità immane di cazzate che, però, a me sembravano bellissime. Sognavo di vincere qualcosa di enorme pescando una di quei bigliettini ripiegati e di tornare a casa in una sorta di memorabile trionfo.
Invece.
Invece di quella quantità incredibile di cazzate io riuscivo a vincere sempre le più assurde, ma quelle che mi ricorderò sempre erano i 45 giri.
Oh, nulla in contrario a vincere dei 45 giri, eh? Anche perché io adoravo il mio mangiadischi ed erano perfetti per godermelo.
C’erano solo un paio di problemi:
1. erano dischi di musica leggera e io, a 8 anni, non è che la apprezzassi granché
2. la copertina non c’entrava MAI col disco. Ma mai, eh? Non “qualche volta sì e qualche volta no”, non “una volta è successo non combaciassero”. No, non era mai corrispondenti. Negli anni mi sono convinto lo facessero apposta, se no il premio avrebbe avuto troppo valore. Non me lo spiego diversamente.
Ora, vi chiederete, come cavolo ti sono tornate a mente queste sesquipedali cazzate?
Perché oggi lo shuffle ha tirato fuori una canzone degli Abba che non ricordavo di aver mai sentito ma che, contemporaneamente, mi ricordava qualcosa.
Poi, all’improvviso un flash.
Un 45 giri.
Blu, mi sembra.
In copertina la scritta “Omelet” e uno strillo “gli Abba italiani”. Da un lato una canzone intitolata “California” e, sul lato B, una certa “Motel”.
Ebbene, Motel era cover di “One man, one woman” degli Abba e oggi mi si è chiuso il cerchio quando quest’ultima è partita in Itunes.
Da lì ho associato tutto il resto: l’estate, il mangiadischi, il giradischi che mi fu poi regalato (ma non si poteva fermare perché si era rotto il meccanismo di blocco), la festa del paese… alla faccia dell’associazione di idee; anche perché, mi rendo conto ora, la copertina era giusta e, oddio, c’era pure un autografo con dedica: il che significa che io ero stato a una serata in cui suonavano questi Omelet e che mi fecero questo autografo sul loro disco!
E vuol dire anche che non lo vinsi alla pesca di beneficenza, per cui tutta la prima parte non c’entra nulla, per inciso.
Vedete i danni che può fare lo shuffle?
Edit: no, non è vero, ho capito. Un anno c’era il GiroMike e venne alla festa del paese (eventone!). E gli Omelet erano in tour col GiroMike. HO CAPITO!