“Non pensarci” e altre uova di Colombo.

Tra i (tanti, lo so) miei difetti, ce n’è che odio più di altri e che, mi rendo conto, non mi fa vivere bene: non riesco a farmi scorrere le cose addosso.
Invidio fortemente quelle persone che con uno scrollata di spalle si fanno cadere qualunque fastidio di dosso come se fossero ricoperti di un Superteflon ancora da brevettare: sono convinto vivano veramente bene e, altrettanto, che per molti sia un talento naturale.

Io non sono così.
Se loro sono coperti di teflon, io probabilmente ho fatto un tuffo nella melassa o nella pece prima di nascere e qualunque fastidio che mi riguardi più o meno direttamente tende ad attaccarmisi addosso e, addirittura, a infastidirmi anche nel momento in cui mi sono scordato della sua causa.
Immagino sia anche questo il motivo per cui vorrei sempre trovare soluzioni il più in fretta possibile, dimostrando una quasi totale assenza di pazienza: perché io, nel frattempo, non riesco a escludere quell’irritazione dal mio quotidiano e ci convivo come un costante sasso nella scarpa.
E, per proseguire il paragone, anche se a volte provo a togliere la scarpa e gettare via il sasso, quando la rimetto sembra sempre che sia rimasto qualche granello irrintracciabile che continua a infastidire, finché in qualche modo, nel lungo periodo scompare.

Già normalmente non sarebbe il massimo, ma se pensiamo agli ultimi anni, ci si renderà conto di come un modo d’essere del genere non concili il ricaricarsi, lo staccare, il recuperare energie.

Certo, a volte c’è qualche soluzione temporanea: sfogare il nervoso camminando è una di queste (e guarda caso stasera ho camminato per più di 8km in due ore), trovare qualcosa di tanto bello da sovrastare il fastidio è un’altra; ma è innegabile che sarebbe molto meglio imparare a chiudere fuori quel fastidio, ma non permettere di minacciare il proprio benessere, a difendersi, principalmente.

E, ovviamente, il fatto di non riuscirci finisce per irritarmi, quindi mi irrito e poi mi irrito perché mi sono irritato, in un domino che di salutare non ha davvero nulla.

Non mi arrendo, eh? Continuerò a provarci.

Però ci sono sere come questa, in cui certe situazioni finiscono per farmi innervosire o peggio, in cui davvero mi sto sulle scatole perché permetto loro di togliermi ore di serenità preziose.

Tutto qui.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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