Ristampa N. 10: Tre Uomini

Questo, quando lo pubblicai, lo categorizzai come racconto, probabilmente perché come Riflessione mi sembrava stesse stretto. Non sono sicuro sia considerabile come tale, ma dato che avevo deciso così rispetto quella decisione e lo ripropongo. L’idea era semplice: umanizzare, per impressioni e sensazioni, i tre paesi che più hanno a che fare con me; semplificando, idealizzando, sparando qualche cliché, probabilmente, ma, come dissi allora, non ha alcuna pretesa di essere una bibbia esaustiva: solo un piccolo excursus di immagini e impressioni.

TRE UOMINI

Sir UK è un aristocratico ormai di una certa età.
È stato ricco.
Molto ricco, con magioni, servitù, boschi interi a sua disposizione.
Non che ora stia male, sia chiaro, ma di sicuro non ha più tutti quei soldi.
Non si è mai abituato al fatto che le cose non si facciano più in un certo modo.
Che non ci sia forma.
Che non ci siano regole o almeno che lui non le conosca più, perché le uniche regole valide erano le sue. Non si mischia volentieri con gli altri, più per poca abitudine che per poca voglia, ma alla fine quando si superano i suoi muri sa essere di compagnia.
Guarda i suoi figli con sospetto, a volte scuotendo la testa, altre annuendo fiero. Loro appartengono a questo mondo e crescono con lui.
E, ma non lo ammetterà mai, anche a lui questo mondo non dispiace.

Mr. US è un trentenne ricco. Ricchissimo. Ha forse più soldi di quanti Sir UK abbia mai avuto. Non conosce l’etichetta, anzi, gli sembra assurda e si diverte a prendere in giro l’aristocratico per la sua rigidità ma, sottto sotto, un po’ lo ammira. Dicono tutti che abbia ereditato la sua fortuna, ma non è vero. Aveva un certo gruzzolo di famiglia, certo, ma poi ha saputo farlo crescere, anche con metodi poco leciti. Sarebbe di buona volontà. Spesso ha buone intenzioni. Ma è ancora troppo giovane, si è arricchito troppo presto, ha troppo poco passato per riconoscere sempre giusto e sbaglialto. Non è cattivo. Non sempre, non volontariamente. Sa fare del gran bene. Ma sa fare anche danni enormi di cui non sempre si accorge. Non sempre gli altri lo amano, ma i suoi soldi fanno comodo e il suo carattere lo fa spesso perdonare. Crescerà. O almeno l’aristocratico continua a sperarlo.

Il signor Italo, quando era giovane, riceveva costantemente complimenti per la sua bellezza e la sua simpatia. Gli offrivano da bere, lo invitavano perché era di compagnia, gli davano pacche sulle spalle e lo facevano parlare nella sua lingua pittoresca, anche se spesso non lo capivano. Ora ha cinquant’anni e ancora cerca complimenti per la sua simpatia e la sua bellezza. Ma le battute sono sempre quelle e ormai hanno stufato. E la bellezza, mai curata perché a suo dire un vero uomo non deve curarsi, è ormai sfiorita e appesantita. Cerca di farsi capire, ma non ha mai ritenuto opportuno imparare un’altra lingua, ha sempre pensato che la sua simpatia gli sarebbe bastata e gli altri si sono stufati di sforzarsi. Lo guardano infastidito. Non lo scacciano per un rispetto verso il passato, ma fosse per loro potrebbe andare a farsi un giro. Sir UK, quando sono da soli, ripete che lui l’aveva sempre detto che di quel tizio non ci si poteva fidare, e a volte vorrebbe anche non averlo così spesso a casa sua, ma anche lui rideva ai tempi d’oro. Italo non vede o non vuole vedere, ma intanto guarda Mr. US, lo invidia e cerca di imitarlo pensando di valere altrettanto. Non si accorge che anche ora basterebbe darsi una ripulita, imparare una lingua, parlare da pari a pari per tornare a valere. La bellezza si può in parte recuperare. La simpatia si può . Basterebbe quell’intelligenza che si è scordato di avere.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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