Pensieri sparsi di ritorno dalla terra dei sogni

Esci dal cinema con un po’ di sensazioni ed emozioni miste e, si sa, quello era lo scopo del film e tu ci sei cascato con tanto di zavorra: d’altronde se appena tornato a casa ti scarichi la colonna sonora (e neanche tutte le canzoni ti hanno fatto impazzire) qualcosa significa.

Che forse è che la vita, in musica, ha sempre un altro sapore o forse è che la musica ci accompagna sempre, ogni giorno della nostra vita, e quando lo fa su schermo sembra tutto così giusto.

E vorresti sapere suonare o poter ballare.

E ami l’armonia di due persone che ballano, quella sincronia di movimenti, quella perfezione nei tempi, nei gesti, negli sguardi.

Avete mai osservato i volti di qualcuno che sta ballando per il piacere di farlo? Avete mai visto la felicità che trasmettono?

Riesco a pensare a pochi momenti simili e tutti, o quasi, sono contraddistinti da due aspetti unici: la passione e la condivisione.

Condividere le proprie passioni come motore di felicità.

Secondo me sarebbe un bel punto di partenza a cui pensare.

Forse.

Ma musica e balli non sono ricetta di felicità, sono ingredienti di vita e la vita non è solo felicità: è paura, dolore, rabbia, speranza, frustrazione, malinconia.

E per ognuno di questi c’è una musica.

E c’è una musica che racconta anche cosa sarebbe stato se.

E quindi la musica fa da collante, sì. 

Forse da personaggio.

Forse da narratore.

Forse da ispirazione e forse da risultato dell’ispirazione.

Forse è tutto questo e forse nulla.

Ma intanto sogniamo.

Costi quel che costi.

Ognuno col proprio sogno, piccolo, enorme, facile o quasi irrealizzabile.

Sogniamo e creiamo.

Che il mondo, per essere migliore, ha bisogno di questo.

E sbaglieremo, ah se sbaglieremo.

Ma che dramma sarebbe non lo facessimo.

Che perdita.

Che silenzio.

Facciamo la nostra musica. Chi suonando, chi ballando, chi scrivendo, chi raccontando.

Facciamo la nostra musica.

Accendiamo qualche luce in più.

Esci dal cinema e vorresti sapere suonare o poter ballare.

Rimpiangi di non saper suonare e di non poter ballare.

Ma puoi cantare.

E puoi scrivere.

E va bene anche così.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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2 risposte

  1. giuseppe ha detto:

    Ieri sera ero ad un concerto e. Lo stesso pensiero mi è venuto vedendo una ragazza …nn bella…ma neanche io lo sono…nn aggrazziata …idem come sopra. Stava ballando al.rotmo di un rock blues indiavolato…mi è sembrata una madonna del botticelli pagana …trasudava bellezze e sensualita da tutte le parti visibili e invisibili del corpo..mi sono sentito piu vivo che.mai…

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