Un brutto giorno

Ecco quanto il mondo intero è lontano da me. Un solo brutto giorno
(Alan Moore – The Killing Joke)

Avevo un’oretta libera, stasera, così ho deciso di guardare l’adattamento animato di The Killing Joke, capolavoro scritto da Alan Moore considerato (a ragione) uno dei punti fermi della storia del fumetto (e, ovviamente, di Batman in particolare).

Non è mia intenzione recensire l’adattamento che, dalla seconda parte in poi, cerca di essere il più fedele possibile al fumetto e, infatti, risulta debole e un po’ inutile nella parte iniziale: Azzarello (che l’ha adattato) doveva far raggiungere la durata di 70 minuti al film e ha fatto il possibile. Poco male.

No, dicevo, non ho intenzione di fare una recensione, ma di ragionare brevemente (e in modo sicuramente insufficiente) su uno dei sottotesti.

Non entro nel dettaglio della trama (pur essendo un fumetto di oltre vent’anni) perché penso che chi non l’abbia mai letto abbia il diritto di farlo senza sapere cosa accade, ma posso dire che la storia si focalizza su un aspetto ben preciso: quanto un personaggio come il Joker e la sua nemesi Batman sono diversi?

Detta così sembrerebbe assurda: il cavaliere oscuro è un eroe, violento, ma un eroe, mentre il Joker è un criminale, un assassino psicopatico. Non hanno niente in comune.

Giusto?

Non proprio.

Perché Batman è diventato tale in seguito a un trauma, la morte violenta dei suoi genitori e il Joker (almeno nella storia di Moore) lo è diventato nel momento in cui in un terribile giorno ha perso tutto ciò che amava.

Un trauma, per entrambi.

E il Joker sa che è così, vede questa somiglianza e non si capacita di quanto la gente comune e chi si arroga il diritto di difenderla non lo vedano. Com’è possibile che non capiscano che basta poco? Che basta un solo brutto giorno per diventare come lui? Che “il mondo è a un brutto giorno di distanza da dov’è lui”?

E se avesse ragione? Istintivamente ci verrebbe da pensare che no, non è così, che se diventi qualcosa di pazzo e malato è perché quel qualcosa era già dentro di sé e l’hai lasciato libero.
È un pensiero consolante, perché ci permette di credere che a noi non potrebbe accadere mai; eppure lo pensava sicuramente anche qualcuno a cui è accaduto.
Si sbagliava?
Forse.
O forse la pazzia è in ognuno di noi e ciò che cambia è la nostra capacità di non spezzarci, la nostra forza nel rialzarci e nel dire “è stato un brutto giorno, ma non ancora brutto abbastanza per farmi crollare”.
Forse il Joker ha ragione e lui, semplicemente, è crollato quando altri si sarebbero rialzati. Forse la differenza la fanno l’intensità del brutto giorno, della tragedia e la resilienza di chi li subisce.

O forse no e lui è semplicemente pazzo.

Un brutto giorno e sei impazzito, come chiunque altro. Solo che non lo ammetti. Devi continuare a fingere che la vita abbia senso, che ci sia motivo per continuare a lottare (…) È tutto uno scherzo. Ciò per cui chiunque lotta e a cui dà valore. È tutta un’enorme, demenziale barzelletta. Perché non riesci a vederne il lato divertente? Perché non ridi?

Perché c’è chi decide che non ne vale la pena, che è più facile mollare il colpo e c’è chi invece non mollerà mai.

La differenza sta tutta lì.

Forse.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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