You’re Never Weird on the Internet
Premetto che non conoscevo poi tantissimo Felicia Day.
La prima volta che l’ho vista e riconosciuta è stato in quella mai troppo elogiata chicca che è Dr. Horribles.
Non conoscevo The Guild, la webserie da lei creata, recitata e portata al successo e, onestamente, non la ricordavo nelle sue apparizioni in Buffy, però era ormai da tempo che la seguivo su Twitter e sapevo del suo libro e del fatto che, a priori, fosse piuttosto famosa negli states, soprattutto nel mondo dei gamers.
Molti la chiamavano “Regina dei geek” e, effettivamente, il suo uso dei social faceva trasparire qualcosa del genere.
Ma, ripeto, si trattava di impressioni di seconda mano, Dr. Horrible a parte.
Avevo messo da tempo in wishlist il suo libro, in una di quelle liste del tipo “prima o poi lo prenderò e leggerò”, fin quando Amzon l’ha messo in offerta a 2,50 e, a quel punto, non potevo proprio esimermi.
Una lunghissima premessa, sicuramente noiosa, ma era necessaria per far capire che non solo non sono mai stato una fan sfegatato, ma che non partivo con alcuna aspettativa nei suoi confronti.
Ecco, dopo una serie di biografie più o meno deludenti, questo libro è stato una sorpresa più che piacevole.
Felicia si racconta, a partire dalla sua infanzia atipica fino praticamente ai giorni nostri, e lo fa non da persona che si guarda indietro e vuole raccontare quanto tutto è stato bellissimo, quanto lei sia in gamba, quanto il mondo sia meraviglioso, bensì essere sincera, ma sincera veramente.
Così si mette a nudo, espone le sue paure, le sue fobie, i suoi problemi di salute, le tante cazzate fatte, il non sentirsi quasi mai al posto giusto, le dipendenze da videogames.
Tutto.
E lo fa con una leggerezza, una spontaneità, una simpatia che trasmettono l’idea di essere con un’amica che ti racconta aneddoti e curiosità.
Ovviamente ci sono momenti più divertenti e altri più seri, ci sono battute che le sono riuscite piuttosto bene e altre che possono lasciare freddi, ma ciò che colpisce è l’impressione di sentirla raccontare a voce, di vederla distogliere lo sguardo imbarazzata, di accorgersi di tic e insicurezze, tutto tramite le pagine di un libro: un risultato che definirei più che notevole.
A quanto detto, poi, si sommano aspetti più strettamente personali.
Quando parlava di quanto scrivere non sia poi così rose e fiori e che ci sono stati periodi in cui doveva strapparsi le parole dalle dita per andare avanti a sceneggiare The Guild, io ero lì ad annuire, memore delle difficoltà col romanzo.
Quando raccontava che i suoi genitori, non capendo cosa davvero lei facesse e quanto davvero stesse avendo successo (dopo anni di gavetta), io rivedevo le tante volte in cui cercavo di far capire a mio padre quanto fossi capace nel mio lavoro e, ancora di più, in cosa consistesse il mio lavoro.
E potrei citare molte altre cose, ma non voglio rovinare la lettura a chi dovesse essere interessato.
Felicia Day era una ragazzina cresciuta in modo atipico, studiando (si fa per dire a casa) con una madre che non era certo un mostro di coerenza e di didattica.
Negli anni è diventata un’attrice, una suonatrice di violino, una matematica, ma anche una gamer (con problemi di dipendenza), un’esperta della rete quando ancora la rete stava crescendo.
E dopo ancora ha scoperto di sapere scrivere, ha scoperto di volere creare, ha creato una web-serie girandola in un garage quando ancora le web-serie praticamente non esistevano.
Fino a diventare fondatrice di una società di produzione milionaria.
Ha avuto problemi di socializzazione, di interazione umana, di depressione, di (l’abbiamo detto) dipendenze, di ansia, oltre a quelli normali di chiunque stia cercando la propria strada.
Però ci è riuscita.
Ci è riuscita grazie a se stessa ma anche nonostante se stessa, nonostante le sua sindrome dell’impostore, nonostante la paura di essere sempre, costantemente sbagliata e inadatta.
È stato bello leggerla, anche e soprattutto in questo periodo in cui riprendere a scrivere è così difficile.
Bello come chiacchierare con un’amica al tavolo di un bar.