Dure a morire
Oggi ho assaporato di nuovo la paura.
Non per cause interne, ma perché certi veleni sono difficili e lunghi da smaltire.
Ma come? Non si è risolto tutto? Ni. Ci sono ancora dei passi, passi che non dovrebbero dare problemi ma quel condizionale è sufficiente per certi semi velenosi.
Oggi il pensiero era alla perizia.
E se non fosse adeguata?
Se la cifra dovesse essere ridotta?
Se ci fossero problemi?
Se
Se
Se
E razionalmente so che per quanto possa esserci una variabile, dovrebbe essere gestibile: ho margine e, al massimo, dovrei probabilmente rinunciare a una rete di salvataggio aggiuntiva. Non sarebbe drammatico. Fastidioso, ma drammatico.
Ma le paure sono così, si insinuano sotto la pelle, nelle vene, attendono di gettare il loro seme e poi si distribuiscono e crescono. Non hanno bisogno di verosomiglianza e realtà, non hanno bisogno di avere basi, a loro basta un terreno fertile.
E dopo questi mesi il terreno è tanto fertile che probabilmente crescerebbe pure un seme non piantato, solo lasciato cadere.
E l’unico modo per sconfiggerle o tenerle a bada è scomporle, capirne la causa, identificarla, cercare di renderle il meno pericolose possibile.
A volte funziona, a volte meno, ma per ora non c’è altra via.
Quando tutto sarà finito il lavoro sarà ben altro: bisognerà bonificare il terreno, togliere buona parte degli elementi nutritivi di questi veleni e buttarli via.
Che sarà di nuovo il momento di coltivare sogni e speranze, finalmente.