Dare e restituire.

Alcuni mesi fa mi sono reso vulnerabile, aprendo cuore e vita più di quanto avessi mai fatto.

Sapevo cosa rischiavo, sapevo quanto avrei potuto farmi male, ma ho deciso di farlo con consapevolezza.

Il risultato è stato vedere tante, tantissime persone mostrarmi affetto e calore e supporto.

Più di quante mi aspettassi e, in alcuni casi, persone che proprio non avrei immaginato.

È stato bello e, pur utile materialmente, è stato un aiuto morale incredibile, tanto da farmi scordare che io, comunque, avevo esposto una ferita.

Poi arriva qualcuno che si sente in diritto di parlare senza sapere, di dedurre senza chiedere, di affermare senza domandare.

E potrebbe fare male, molto.

E potrebbe fare arrabbiare, altrettanto.

Ma invece, incredibilmente, dà solo un po’ di rassegnato dispiacere; dispiace per la persona, dispiace perché si autoqualifica, dispiace perché un gesto (anche minimo) viene bruciato così.

E quando premi il pulsante “rimborsa” sorridi, perché è vero che hai chiesto aiuto, ma è altrettanto vero che hai ancora il potere di rifiutarlo da qualcuno.

E questa è la forza più grande, dopo il costringersi a chiedere.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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4 risposte

  1. Giovanna ha detto:

    una volta mi dicesti che ognuno applica ciò che legge a se stesso e risponde di conseguenza. Ecco oggi ciò che hai scritto ha un senso particolare per me.. e questo ferisce perchè la Verità è altra, lo so razionalmente, ma il cuore si sente piccolo piccolo.. forse è così che deve andare, ma fa male. non sono molto daccordo perchè sappiamo tutti nasconderci se chi amiamo ci ferisce, ma cosa accadrebbe se una volta tanto si dicessero le cose come stanno? sai il tuo post sull’impegno e la fiducia.. ecco a lungo andare non si crede più che a quello che si vede. Perchè il tempo agisce da catalizzatore e non dà più spazio alle parole inutili. Sono le azioni che contano. E il risultato è un muro di silenzio. respingente. disarmante. dolorosamente duro da superare giorno per giorno. Venire fuori solo per protestare è un passo avanti che riempie di gioia e al contempo di un misto di dolore e rabbia.. ma se la provocazione serve a qualcosa meglio scuotere che andarsene. ti pare? Ehmmm non sarà chiaro ma sono abituata a non fare le cose normalmente.. Chi mi conosce sa e non gli importa.. 😉

    • Aries ha detto:

      Strano conversare su cose di cui, da entrambi i lati, sappiamo poco e quindi leggendo le parole dell’altro secondo la nostra visione del momento.
      Sai, nel mio caso, le parole che ho letto sono arrivate non solo da qualcuno che non mi conosce, ma che ha giudicato senza sapere praticamente nulla e le ha scritte senza neanche avere il coraggio di affrontarmi.
      Sono due cose che mi mandano in bestia, sia perché nascono deduzioni infamanti e false, sia perché se vuoi dedurre qualcosa dovresti, prima, informarti o chiedere.
      Per questo, alla fine, tendo a reagire diversamente a seconda della provenienza di certe parole: fortunatamente chi sa e mi conosce non le avrebbe mai dette. Questo mi consola.

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