Ma proprio?

Fatemi capire una cosa: perché quale fottutissimo motivo, se un professionista vi dice che non ha buchi liberi per un appuntamento, molti rispondono “ma davvero? Non riesci proprio?”.
Qual è il meccanismo mentale dietro questa domanda?
Che io passi il tempo a grattarmi le chiappe e preferisca quell’attività a fare l’intervento dal cliente? Magari la scala di preferenza è anche vera, con alcuni, ma di solito se posso fatturare tendo a dare la priorità a quello. Strano io.
Oppure che mi piaccia tirarmela? “Mi si nota di più se dico di sì o se dico di no e poi mi faccio pregare?”.
Davvero, quale perverso meccanismo porta a insistere se un professionista vi ha detto che non può?

Io sono ragionevolmente convinto che sia il (neanche tanto) recondito pensiero che per alcuni i loro problemi siano più importanti di quelli di chiunque altro e che loro siano il cliente più importante, per cui è inconcepibile non si trovi temo per loro.

E indovinate chi lo pensa di solito?
Esatto, quei clienti che quando devono pagarti una fattura da 500 euro ti chiedono di saldarla in due o tre volte (e no, non accetto, se non puoi permetterti il mio lavoro non me lo chiedi).
Gli stessi che, quando proponi loro una mezza giornata fissa al mese da fare presso di loro così da verificare problematiche, ti rispondono che no, così gli costa troppo, facciamo che ti chiamiamo noi.
Poi ti chiamano quando gira a loro e pretendono.
Non li senti da mesi, ma pretendono.
Tu stai lavorando con gente che ti riempie interi mesi di lavoro e loro, che a malapena ti coprono cinque giorni in un anno, pretendono.
E si lamentano pure.
E quando proponi loro di fare una mezza giornata la prima settimana di agosto (pur sapendo che dovrai incastrare altre cose) ti rispondono “eh, ma noi siamo in ferie”.
Ah beh.
Gli stessi che hanno provato a chiedermi di lavorare di sabato o di sera, in questo caso non possono perché loro sono chiusi?
Due pesi e due misure?
Strano, in effetti, non l’avrei mai detto.
Allora, sai cosa?
Sono cazzi vostri.

Mi spiace, ma se prima potevo anche essere accondiscendente, ora non attacca più, se una volta abbozzavo o stringevo i denti, ora rispondo (educatamente, perché sono sempre un professionista) a tono.
Perché stupirà, ma tra un cliente che mi scassa le palle, fa il tirchio e mi dà da fatturare per pochi giorni l’anno e un altro che rispetta la professionalità, paga puntualmente e mi dà da lavorare per più di metà di ogni mese, ho la tendenza a preferire il secondo.

E il primo?
Il primo o mette giudizio o può trovarsi un altro fornitore.

Che di cuggggggini di qualcuno il mondo è pieno.

Quasi come lo sono le mie scatole di certa gente.

Detto questo, qui si parte per qualche giorno: Londra chiama e la necessità di scordarsi tutto è ormai improrogabile.

Forse scriverò, forse no, ma torno presto: se prenderla come minaccia o come promessa, lo lascio a voi.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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2 risposte

  1. Monica ha detto:

    Succede anche nel mio lavoro… e proprio non li sopporto quando gli dici che no, non puoi spedire il giorno stesso dell’emissione dell’ordine perche’ la produzione e’ al massimo della capacita’. Loro rispondono “ma devvero non puoi fare un’eccezione? E’ urgentissimo!” Se era urgentissimo, ti dovevi svegliare prima! Eh, si, poi sono sempre loro: quelli che ti piazzano un ordine da 500 euro una volta ogni tre mesi! Come ti capisco.

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