The Martian
In un futuro non troppo distante, la terza spedizione umana su Marte, dopo sei giorni (o meglio Sol, giorni marziani) impeccabili viene annullata a causa di una violenta tempesta di sabbia.
Nell'evacuazione d'urgenza Mark Watney, botanico e ingegnere, muore in un incidente e l'equipaggio è costretto a lasciarne indietro il corpo per salvarsi la vita.
Peccato che Watney non sia affatto morto.
“The Martian”, da cui è stato tratto un ottimo adattamento con Matt Damon (e che, diciamocelo, mi ha fatto scoprire l'esistenza del romanzo), narra i tentativi di sopravvivenza di Watney in un mondo per definizione ostile e senza alcun supporto se non la propria mente.
Questo l'argomento, in breve, ma in sè non dice granché di come sia il romanzo e questo è un vero peccato, perché a si tratta di una lettura sorprendentemente piacevole.
Anzitutto non è il classico romanzo di fantascienza e, onestamente, fatico anche a definirlo come tale: certo, si concentra su situazioni e una scienza che ancora non abbiamo e, in quanto tale, è indiscutibilmente fantascienza; il modo in cui, però, l'argomento è affrontanto, la verità o la verosimiglianza dell'approfondimento scientifico e, soprattutto, lo spazio che viene dato alle spiegazioni tecniche, rende questo romanzo unico nel suo genere e terribilmente affascinante.
Ma attenzione a non fraintendermi: si potrebbe pensare che un libro così pieno di argomenti tecnici sia per forza noioso; niente di più lontano dalla realtà, perché Andy Weir ha avuto l'accortezza di dare a Watney (e, in misura minore, ai personaggi di contorno) un ironia innata, pungente e dissacrante che strappa un sorriso in momenti inattesi e fa affezionare molto velocemente al personaggio.
Watney non è il classico eroe d'avventura fantascientifica, tutt'altro: è un uomo dotato di spirito che decide di non arrendersi a quella che molti riterrebbero morte certa; ma quello che il romanzo cerca di mostrare è che non è necessario essere eroi avventurosi per ottenere grandi cose: la cosa veramente importante è avere testa, intelligenza, conoscenze e, non per ultima, la capacità di ironizzare sulle proprie tragedie per poter alimentare il proprio animo.
Il risultato è un libro anomalo, avvincente e divertente, che fa avvicinare molto a quelle che potrebbero le future situazioni potenzialmente affrontabili da nostri equipaggi sul pianeta rosso: un qualcosa che, per un appassionato come me, non può non essere affascinante.
Una nota aggiuntiva va fatta per il film, che citavo poco fa.
Lo vidi al cinema un anno fa e poi mi procurai il libro, per cui non ho avuto il solito confronto fonte/origine di questi casi, ma posso farlo a posteriori: orbene, penso sia uno degli adattamenti più rispettosi che mi sia capitato di vedere; non si è ceduto in alcun modo alla tentazione di ingigantire la parte strettamente d'azione a discapito di quella scientifica e, cosa ancora più importante, è stato perfettamente rispettato lo spirito del personaggio, mantenendo l'intelligenza ma soprattutto la forte ironia.
Pertanto se avete dubbi se leggere questo libro e/o non vi fidate di me, provate a guardare il film e, al massimo, seguirete le mie stesse orme.