Too old

Ho sempre detto che il giorno che smetterò di imparare sarò quello in cui smetterò di respirare e, come qualunque cosa dico, ne sono estremamente convinto.
In questi ultimi mesi sono tante le cose che sto imparando, rimettendo in discussione anche aspetti che ritenevo, in un certo senso, sedimentati e stabili: si tratta di un processo che potrebbe destabilizzare chiunque, ma che in un periodo in cui, diciamocelo, ben poco nella mia vita è stabile risulta quasi indispensabile.

Così, come dicevo l’altro giorno, sto imparando ad aggrapparmi al bello che ho e che vivo.
La frase “c’è tempo” è una di quelle che mi irrita di più da sempre, ma in questi ultimi mesi ho rischiato di scordarmene.
Non è vero che c’è tempo.
Non c’è mai abbastanza tempo.
Mai.
Farsi travolgere da paure e pensieri, da ciò che potrebbe succedere, da spade di Damocle e minacce dietro l’angolo è facilissimo e umano, ma è anche la cosa più dannosa che possa esistere; non bisogna vivere scordando di ciò che avviene o che potrebbe succedere, questo è ovvio, ma continuare a macerarsi nelle preoccupazioni, nelle paure, nella disperazione, porta solo una cosa: scordarsi di vivere.
Porta al perdere giorni di vita preziosi che non torneranno più.
Porta a un giorno futuro in cui guardarsi indietro e pentirsi di non averli vissuti.
No.
Non voglio e non posso permettermelo.
Per questo, pur terrorizzato, pur ancora nei casini, mi sono regalato momenti come quelli dell’altra sera e ho intenzione di respirare il più possibile il buono che c’è.
Perché anche nella merda peggiore c’è qualcosa di buono, fosse anche solo la boccata di fiato che prendiamo per non soffocare.
Fosse solo quello.

E ho imparato a riportare cose e persone (sì, anche persone) alle loro dimensioni.
Non ho tempo né voglia per star dietro a ciò che non è davvero importante, per discussioni fini a se stesse, per menate senza capo né coda, per correre dietro, per piatti della bilancia eccessivamente inclinati da un lato, per dare tanto e ricevere poco o comunque non in proporzione.
Non ho tempo né voglia di dimostrare chi sono, quando dovrebbe bastare ciò che faccio, e non ho tempo né voglia di combattere crociate in cui l’unico vero vincitore è, se va bene (ma neanche), il me stesso ragazzino che aveva bisogno dell’approvazione altrui per sentirsi accettato.
Ho voglia di energie positive, di amici fidati, di comprensione istintiva, di fiducia, di coscienza e conoscenza, di crescita propositiva, di cazzeggio, di serenità, di positività.
Del resto faccio volentieri a meno.

“I’m too old for this shit”.

Più la penso e più mi viene voglia di tatuarmi questa frase.

Funziona bene e funziona quasi con tutto.

“I’m too old for this shit”.

Esattamente.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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2 risposte

  1. Monica ha detto:

    Una volta mi curavo troppo di quello che la gente pensava di me che non ho mai pensato a vivere la mia vita. Ma ora dico “chi se ne frega!”. Di vita ne abbiamo una sola, non ci verra’ data una seconda possibilita’ e… parliamoci onestamente: tutti gli ostacoli, i dolori, le vincite, le sconfitte… ci fanno crescere. Siamo quello che siamo grazie a loro. E io, se potessi tornare indietro, rifarei proprio tutto. Perche’ e’ grazie a questo che sono quello che sono.

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