Partita Iva

Sono una Partita Iva.
Che bello!
Lavoro quando mi pare.
Posso scaricare un sacco di costi.
Poi, si sa, le Partita Iva fanno tutte un sacco di nero.
E poi chissà quanto si fattura.
E andare in ferie quando voglio, non è meraviglioso?

Già.
Sono una Partita Iva.
Quindi i clienti si sentono liberi di chiederti di lavorare a qualunque ora, possibilmente senza aumenti di tariffe, e il solo arginarli richiede nervoso, sforzo, fatica.
E poi quanti costi scarico. Addirittura quelli che sostengo per fare il mio lavoro, così che non mi vengano tassati gli incassi lordi. E neanche tutti, guarda un po’. Lusso, eh?
Poi io e molti dobbiamo essere scemi, evidentemente, perché di nero non ne facciamo e le tasse le paghiamo sull’unghia.
Anche l’Inps.
Sì, quell’Inps che devo pagare (almento 3.000 euro l’anno) anche se non dovessi incassare un centesimo e che serve ad alimentare le pensioni ai dipendenti, che io quella pensione non la vedrò mai.
Bello, posso lavorare quando voglio, ma se non lavoro non mangio. E quando tutti vanno in ferie e prendono la loro bella tredicesima io non fatturo. Però, dai, sono in ferie. Sempre che non chiami un cliente a Ferragosto perché non sa come installarsi un gioco.

Sono una  Partita Iva.
Non mi è permesso essere ammalato, farmi male, avere problemi: io non ho permessi. S
e non lavoro, non fatturo, se non fatturo, non mangio né io né i felini.
Ah, a proposito, sapete che non basta fatturare?
Già, perché poi bisogna farsi pagare e ci sono clienti che se ne scordano opportunamente.
Quelli del “dai, ti faccio subito il bonifico”, con un subito ben diverso dal tuo.
Quelli del “ma cosa ti costa? E’ una cosa veloce, vorrai mica essere pagato?” che pensano io viva d’aria.
Quelli del “ah, giusto, me n’ero scordato” che però poi non si scordano di rompere le palle per le minime cose.

Sono una Partita Iva.
Niente pensione, niente malattia, niente infortuni (se non pagati profumatamente da me, ma in quel caso dovrei alzare le tariffe e rischiare di perdere clienti), niente 80 euro.

Sono una Partita Iva, mi capita di lavorare sabato, domenica e festivi perché è necessario e mi viene da ridere quando leggo tutte le mobilitazioni contro il lavoro domenicale nei centri commerciali.
Ma si sa, altri lavorano, noi partite iva no.
E si sa, lo facciamo perché siamo avidi.
Addirittura cerchiamo di mangiare tutti i giorni, esosi che non siamo altro.
Già, mi capita di lavorare sabato, domenica e festivi e quando mi va di prendermi un pomeriggio in giro qualche buontempone pensa sia divertente dirmi “ma non lavori mai?”.
L’ultima volta gli ho risposto che lo chiamerò alle due di notte, quando io sto lavorando e lui dorme.

Sono una partita iva.
Mi piace il mio lavoro NONOSTANTE quel che comporta.
Mi piacerebbe anche che fosse rispettato.
Perché gli sfruttati operai hanno ferie, pensione, invalidità.
Perché esiste l’indennità di disoccupazione, ma non quella da pochi clienti o da clienti non paganti.
Perché i precari, per quanto sottopagati, finché hanno un contratto hanno diritti.
Noi no.
Nessun diritto.
Tanti doveri.
E qualche pesce in faccia, che non guasta mai.

Sono una partita iva.
“Ah, bella la vita, eh?.
Già.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

Potrebbero interessarti anche...

6 risposte

  1. Tan ha detto:

    Ti sono vicino…

    …e mi verrebbe da risponderti con una sorta di
    “sono un commerciante.
    E si sa, siamo quelli cattivi e furbi, ricchi ed evasori.
    Sono un commerciante e per sopravvivere e far lavorare due dipendenti si fanno i salti mortali, malgrado la gente abbia meno soldi e lo Stato tassi sempre di più tutto ciò che può inventarsi di tassare.
    Sono un commerciante e se la finanza scopre che per la fretta o la dimenticanza ho scordato di fare uno scontrino ci becchiamo una multa enorme, mentre i miliardari che portano i soldi all’estero o evadono per anni milioni di euro, se scoperti pagano una minima parte del danno ed è tutto a posto.
    Sono un commerciante e mentre i dipendenti potranno ammalarsi e godere di ferie, io non posso ammalarmi e farò le ferie quando potrò, tenendo d’occhio il lavoro sempre e comunque.
    Sono un commerciante e cerco di lavorare anche se il Comune e la Regione e lo Stato tentano in ogni modo di ammazzarmi e di ammazzare il turismo in Italia, che malgrado quello che possono pensare è una delle attività principali italiane.
    Sono un commerciante e lavoro tutti i giorni, domeniche e feste comprese, se c’è la possibilità che ne valga la pena.
    Sono un commerciante e anche qui si fa una bella vita, come le partite iva.
    Pagare sempre e comunque, sperare che arrivino i soldi, sgobbare sapendo che non ci sarà altra pensione se non quella che riusciremo a crearci finché potremo continuare a lavorare.

    E anche se ogni tanto mi chiedo se non ho sbagliato tutto, vedendo la vita facile e bella di chi orbita intorno alla politica, mi rincuoro sapendo che non avrei mai potuto agire come loro e quindi mi avrebbero segato prestissimo buttandomi fuori dall’ambiente.

    Ma questa è l’Italia, prendere o lasciare…

  2. Luso71 ha detto:

    Sono un insegnante, con partita iva. E vengo pagato due o tre volte all’anno, senza scadenze fisse. E so bene di che cosa parli.
    Leggi questo, l’ho scritto io qualche tempo fa, e capirai che non sei solo.
    http://corsodisopravvivenza.wordpress.com/2014/01/14/passi/
    Grazie

    • Aries ha detto:

      Grazie del commento e del contributo.
      Lo so, lo so bene che non sono solo, anzi, siamo in molti.
      E’ proprio questo che mi fa imbestialire, che siamo in molti e non siamo degni di attenzione.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Plugin WordPress Cookie di Real Cookie Banner