Di speranza e paura

La speranza è un motore incredibile.
Da che nasciamo ci raccontano che, sperando, possiamo raggiungere (quasi) ogni cosa.
Sperare ci dà la possibilità di guardare oltre, di immaginare qualcosa che in un momento sembra impossibile, di costruire sulle macerie, di rialzarsi in piedi.

E per quante volte mi sono rialzato in piedi penso di conoscerla piuttosto bene: sono io il primo a cercare di iniettarla in chi non ce l’ha più.

Ma la speranza ha una medaglia opposta, la delusione.

Sia chiaro, è un prezzo che chiunque spera (a meno che non sia un irresponsabile) deve mettere in conto di pagare: sperare significa poter esultare ma anche poter rimanere delusi.

Succede. È successo. È nell’ordine delle cose.

Anzi, se vogliamo, è anche un criterio per valutare se e quando le speranze debbano essere rivolte altrove: quando si spera che una persona non deluda più e poi continua a farlo, quando si spera che un clima lavorativo migliori e invece continua a peggiorare, quando si spera di salvare una storia d’amore che, invece, finisce per morire inesorabilmente.

Delusioni che ci salvano, a volte.

Il problema è quando le mura sono troppo strette, quando il rinunciare alla speranza significa rinunciare a camminare, quando le delusioni non possono spostarci dalla strada, perché di altre strade possibili non ce ne sono o non riusciamo a vederle.

Ecco che a quel punto speriamo e cadiamo, speriamo ancora e cadiamo e ogni volta fa più male, ogni volta ne abbiamo più paura.

E si finisce per aver paura di sperare per non farsi ulteriore male nel caso in cui andasse come già successo.
Vorremmo sperare per alzarci in piedi, ma non farlo per non soffrire più allo stesso modo.

Iniziamo a temere la speranza.

Eppure rimane lei l’unica forza motrice per provare a uscire: come farsi venire idee se non speriamo ce ne siano? Come chiedere se non speriamo che qualcuno risponda?

È per speranza che ho aperto il crowdfunding, è per speranza che continuo a lottare con le banche, è per speranza se sono ancora qui.

Ed è per questo che la paura non molla.

“Un uomo senza speranza è anche un uomo senza paura”.

Sembra appetibile.

Sembra.

Basta morire dentro.

Nulla di più, nulla di meno.

PS: le donazioni, come detto, stanno rallentando, ma ancora ci sono persone che decidono di aiutarmi. Grazie quindi a Martina, Claudia e Silvio. Grazie di cuore.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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2 risposte

  1. Giovanna ha detto:

    Mi ritrovo in ogni tua parola scritta. Compreso la storia d’amore che spero possa finalmente avere la possibilità di vedere la luce. Speranza e paura. Paura e Speranza. Altalena di gesti che speri cambino, delusione perchè vedi che continuano. Azioni che fai per dare segnali positivi di presenza e di contro silenzio che non permette di continuare. Ad ogni azione corrisponde una reazione. Nel bene e nel male. Il punto è credo che non si è soli in questo genere di percorso in salita. Si è in due e parte tutto dalla Fiducia. Se temi di essere deluso è perchè la fiducia è stata tradita. Ed è difficile facendo le stesse cose che possa essere ristabilita. Probabilmente la speranza serve per dire che ancora si vedono possibilità , ma come fare perchè nascano finalmente fatti concreti da qualcosa ancora poco definito? Parlo per me ovviamente, ma tornare per me è volontà di restare. Apertura è manifestazione di desiderio di condivisione. Sorrisi che nascono spontanei e vogliono essere ricambiati.
    Ricordi il tavolo della famosa canzone di Cohen? ecco se si resta seduti a quel tavolo non è certo per guardarsi da lontano o restare in silenzio.. credo io che la speranza sia di modificare le cose, trovare un “Nuovo” modo di continuare. Insieme. Non è facile nè semplice, ma è quello che fa partire tutto. Arenarsi è pensare di ripetere o ritrovare le stesse azioni del passato. Alcune potranno essere ritrovate come tesori conservati, ma altre dovranno essere sostituite con qualcosa di nuovo. Perchè tutto cambia e noi con esso. In Giappone riparano con l’oro qualcosa di prezioso che si rompe.. non sarà mai più lo stesso di quando era intatto, ma avrà delle caratteristiche uniche proprio per l’amore e la cura con cui si è ricostruito. Ecco perchè io credo che chi crede nella Speranza ha più probabilità di riuscire che di rimanere deluso, perchè cerca e inventa nuovi mondi per far funzionare le cose. Certo è una condivisione di rischi se si è in due e un aumento delle probabilità di fallire e restare delusi, ma… penso positivo. E non solo in campo affettivo, anche se è quello che mi ha colpito nel tuo post.
    E poi.. è anche giovedi.
    Ciao
    😉

    • Aries ha detto:

      La cosa bella di quando scrivi è che tu puoi avere in mente certi elementi, ma poi chi legge li applica a se stesso e ne nasce qualcosa di nuovo, non più del tutto tuo e non solo del tutto di chi ha letto.
      Questo tuo commento ne è una dimostrazione, una dimostrazione che mi fa estremamente piacere.

      Grazie 🙂

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