344. Ti ho mai amata?

Uno dei vantaggi che porta l’età è quello di potersi fermare, guardare indietro e smettere di mentire a se stessi, sempre che lo si voglia fare.

A quel punto si abbassano le maschere, si mettono via tutti gli abbellimenti e si riconosce allo specchio qualcuno che si è sempre stati ma che, forse, non abbiamo mai accettato completamente.

È uno sguardo nuovo, più sereno ma anche più severo che non giustifica più alcun errore, ma lo sottolinea in ogni colore possibile come solo chi è rimasto deluso da se stesso può fare: non è facile e, ripeto, non tutti (anzi, non molti) saranno disposti a farlo, ma è un tirare le somme che i più coraggiosi e saggi fanno e vogliono fare.

Certo, sarebbe ancora più saggio, utile e coraggioso farlo non alla fine, ma durante il percorso, vedere quel che stiamo facendo mentre lo stiamo facendo e, se necessario, correggerlo: ma siamo solo umani e non sempre ne siamo in grado.

Ecco, giunto agli 80 anni, il caro vecchio Leonard Cohen si inventa una canzone che riassume esattamente questo tipo di esame; lui, che nella sua vita ha sempre fatto di tutto e di più per seguire cuore e istinto, finendo per distruggere e ricreare mille volte, lui dà voce a un uomo che, alla fine di un percorso, guarda dietro di sé e si rivolge a una donna.

La donna della sua vita? Per certi versi sì. Non quella con cui ha vissuto la sua vita, sempre che ce ne sia una, ma quella con la quale, in qualche modo, ha condiviso di più.

Si rivolge a lei e si chiede e le chiede se davvero è mai stato in grado di amarla, se è tutto passato ciò che c’è stato, se ogni porta è stata chiusa, o se invece il solo chiederselo dimostra che ancora sono uniti, che ancora si cercano allungandosi dagli estremi di un tavolo, che ancora piove, che ancora…

E così le stagioni si sono avvicendate, primavera, estate, autunno, fino all’inverno, quell’inverno che finisce per durare per sempre.
E allora non importa se lui l’ha mai amata, non importa se l’ha mai lasciata, non importa se hanno mai litigato, non c’è bisogno di risposte, a questo punto.

Eppure c’è ancora quel tavolo, forse.
E forse, forse, c’è ancora da qualche parte quel lontano novembre in cui pioveva.

Una delle canzoni di Popular Problems che più mi rapisce a ogni ascolto e che spero regali qualche brivido anche a chi la vorrà ascoltare.

Come al solito (oddio, è una vita che non postavo musica, ma va bene comunque) è qui sotto e in radioblog.

DID I EVER LOVE YOU
Did I ever love you
Did I ever need you
Did I ever fight you
Did I ever want to
Did I ever leave you
Was I ever able
Or are we still leaning
Across the old table

Did I ever love you
Did I ever need you
Did I ever fight you
Did I ever want you

Did I ever leave you
Was I ever able
Or are we still leaning
Across the old table

Was it ever settled
Was it ever over
And is it still raining
Back in November

The lemon trees blossom
The almond trees wither
Was I ever someone
Who could love you forever

Was it ever settled
Was it ever over
And is it still raining
Back in November

The lemon trees blossom
The almond trees wither
Its spring and its summer
And its winter forever

Did I ever love you
Does it really matter
Did I ever fight you
There’s no need to answer

Did I ever leave you
Was I ever able
And are we still leaning
Across the old table

Did I ever love you…
TI HO MAI AMATA?

Ti ho mai amata?
Ho mai avuto bisogno di te?
Ho mai litigato con te?
Ho mai voluto farlo?
Ti ho mai lasciata?
Ne sono mai stato capace?
O stiamo ancora cercando di sfiorarci
Dagli angoli di quel vecchio tavolo?

Ti ho mai amata?
Ho mai avuto bisogno di te?
Ho mai litigato con te?
Ti ho mai voluta?

Ti ho mai lasciata?
Ne sono mai stato capace?
O stiamo ancora cercando di sfiorarci
Dagli angoli di quel vecchio tavolo?

È mai stato tutto ok?
È mai finita?
E sta ancora piovendo
In quel novembre?

Gli alberi di limone fioriscono
I mandorli sfioriscono
Sono mai stato qualcuno
In grado di amarti per sempre?

È mai stato tutto ok?
È mai finita?
E sta ancora piovendo
In quel novembre?

Gli alberi di limone fioriscono
I mandorli sfioriscono
È primavera ed è estate
Ed è inverno per sempre

Ti ho mai amata?
Importa davvero?
Ho mai litigato con te?
Non c’è bisogno tu risponda

Ti ho mai lasciata?
Ne sono mai stato capace?
O stiamo ancora cercando di sfiorarci
Dagli angoli di quel vecchio tavolo?

Ti ho mai amata…

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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2 risposte

  1. Giovanna ha detto:

    Credo che stare seduti ancora allo stesso tavolo indichi la volontà e l’intenzione di restare e continuare ad apprendere e imparare uno dall’altro. Guardando indietro e guardandosi negli occhi per vivere il presente, che diventa anche punto di partenza e di … movimento in avanti , non statico nè fossilizzato in schemi precostituiti, ma evoluzione di caratteri e cuore e anima e sviluppo di maturità a confronto. Ci sono tantissime pietanze su questo tavolo e credo che aspettino solo di essere condivise.

    Sono arrivata al tuo blog grazie a Maya Angelou e sono rimasta ascoltando la tua musica secondo il mio stato d’animo. I tuoi pensieri e le riflessioni che ne scaturiscono continuano a farmi tornare. Direi che ogni incontro ha il suo tavolo e dipende sempre dai commensali quanto tempo vogliono rimanere seduti e partecipare al banchetto della Vita.

    E’ una scelta che, come hai scritto, non tutti sono in grado di fare. Dipende sempre da chi si è e da chi si vuol essere, e soprattutto chi si vuol diventare.

    Insieme è una parola difficile da accettare, ma è anche un mondo di possibilità.

    • Aries ha detto:

      Inutile dire che sono totalmente d’accordo (e che sono molto felice sia di averti fatta arrivare proprio tramite Maya che del tuo aver deciso di restare).
      Da dire è anche che l’impressione che in parte percepisco da parte del testo è quella di un uomo che si chiede se a quel tavolo siano ancora seduti entrambi, ma che teme di sapere già che non è così: lo vorrebbe e sa di essere causa ultima, ma preferisce chiederselo che rispondersi.
      Ma il bello di queste canzoni è che ciò che ci arriva è talmente personale da poterci aprire a mille interpretazioni, ognuna valida, ognuna meritevole di essere ascoltata 🙂

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