303. Ricompense morali
Qualche giorno fa mi è stata inoltrata, dal mio cliente più recente, una comunicazione di quello che è, a sua volta, il suo cliente, ovvero il destinatario finale del progetto a cui stiamo lavorando.
Era una mail entusiasta, piena di complimenti.
Il mio cliente ci teneva a che io e le altre due persone che stanno lavorando a questo progetto lo sapessimo e ha voluto ringraziarci del lavoro svolto finora.
Ora, la mia domanda è: perché devo considerarlo un evento epocale?
Perché i complimenti per un buon lavoro svolto non sono la regola?
Se le cose funzionano sembra sia “scontato”, se non funzionano si è subito pronti a lamentarsi anche in modo fuori luogo.
La stessa cosa che spesso accade con le recensioni su Tripadvisor, se ci pensate: quanti recensiscono solo per lamentarsi, senza invece degnarsi di farlo per complimentarsi?
Certo, di gente che lo fa ce n'è, ovviamente, ma tipicamente molto sono più pronti a farlo se devono lamentarsi.
Perché?
Perché non dare a chi lavora la soddisfazione di fargli sapere che il suo lavoro è stato apprezzato?
Perché non dire “grazie, sei stato bravo”?
A me capita spesso, quando chiamo un'azienda di qualunque tipo, di ringraziare a fine telefonata se la persona è stata gentile, comprensiva e utile.
“Grazie, è stata davvero gentilissima”.
E spesso la persona rimane stupita.
Davvero sto ringraziando?
Davvero qualcuno si degna di riconoscere la preparazione e la gentilezza?
Ecco, io con quella mail ho provato un po' la stessa sensazione.
Perché sì, è vero che io so quanto valgo ed è vero che è molto più importante che mi paghino con regolarità le fatture, ma il riconoscimento insito in un “grazie” è un valore aggiunto che non si può quantificare, ma che migliora i rapporti lavorativi in modo esponenziale.
Per chi mette impegno in ciò che fa, per chi crede nella propria professionalità, per chi cerca di dare sempre il massimo, vedere che dall'altra parte la cosa è recepita, che non c'è il cliente che ti chiede lo sconto ma quello che ti dice “grazie del buon lavoro” è una ricompensa veramente significativa.
È vero, lavorare bene è un nostro dovere, ma quanto non significa non dover dare atto a qualcuno quando il risultato è soddisfacente o, addirittura, eccellente.
Niente buonismo, solo rispetto.
È questione di civiltà.
Niente più che di civiltà.
Buongiorno e grazie per i tuoi post
Grazie a te
Sto riprendendo gli arretrati dei post ^_^’
Sto notando anch’io questo fatto. Ricevere un riconoscimento del proprio lavoro non è così scontato. Mi capita che alcune telefonate si concludano con dei complimenti per la gestione del servizio. Io rispondo, per non tirarmela, “ho fatto solo il mio lavoro” e il cliente mi dice che non tutti lo fanno bene o con cortesia.
È bello in un mondo di lamentele e reclami 🙂
Assolutamente sì 🙂