204. Samhain (+2)

Avrei dovuto scrivere questo post un paio di giorni fa, ma la regola del post al giorno ha fatto sì che la priorità andasse alle cronache lucchesi.

Va beh, io non mi formalizzo (troppo), evitate di farlo anche voi.

 

Due notti fa è stato Samhain, capodanno celtico, quello che (lo scrivo ogni anno) più sento mio. Una chiusura, quindi, e un nuovo inizio.

Banale ma vero.

Una chiusura di un anno che, inutile negarlo, è stato difficile.

Qualcosa che doveva chiudersi in modo ragionevolmente breve ha dato un colpo di coda che ancora non mostra la sua fine.

Ci sono stati momenti in cui il lavoro rischiava di non bastare.

Ci sono state delusioni: ci sono ogni anno (e forse dovrei farmi qualche domanda) ma non per questo bruciano di meno.

Ci sono stati scazzi, chiarimenti, nuove prospettive su situazioni e persone.

C'è stato il dover fare buon viso a cattivo gioco davanti a menzogne più o meno evidenti.

C'è stato il dover aspettare.

Ma c'è anche stato il matrimonio di due cari amici.

C'è anche stata Londra più volte.

C'è stato il ricominciare a scrivere il romanzo.

C'è stato il decidere di intraprendere la sfida di un post al giorno.

C'è stato il prendere il coraggio di condividermi anche su Facebook, abbattendo una barriera che esisteva da quando questo blog è nato.

C'è stato il non voler attendere passivamente sorprese negative e prevenirle esorcizzandole.

C'è stato il recuperare in una nuova forma un rapporto che ormai davo per perduto.

C'è stato il viaggiare all'estero per la prima volta da solo.

C'è stato Hamlet.

C'è stato Gaiman.

Ci sono state chiacchiere e voci nuove: potrebbero portare gioie o nuove delusioni, ma intanto ci sono state e per ora è sufficiente.

Ci sono stati i gesti di stima da chi non me lo sarei aspettato, l'ultimo giusto ieri mattina (ok, sarebbe nel nuovo anno, me ne frego): i vari “che bello quel che scrivi e come lo scrivi” che continuano a farmi dire “ma stai davvero dicendo a me? Sul serio?”.

C'è stato, soprattutto, cercare ancora di crescere ed evolvere, di accettare i miei errori e imparare da essi, di perdonarli, forse, per permettermi di essere qualcosa in più.

E il nuovo anno?

Spero non mi faccia correre per il lavoro, solo perché vorrei dedicare le mie energie anche ad altro.

Spero mi faccia terminare il romanzo.

Spero, per una volta, che non mi porti delusioni ma conferme o sorprese positive.

Spero mi dia più sorrisi che pianti.

Spero mi dia sfide stimolanti, ma senza paure dilanianti.

Spero porti il buon senso a chi mente di capire che fa solo danni nel farlo.

Spero mi doni nuove letture, nuove scoperte, nuove passioni, nuovi obiettivi.

Spero porti a chi amo e a chi voglio bene la possibilità di vivere del loro lavoro e di godere delle loro passioni.

Spero mi porti la saggezza di saper riconoscere chi vale la pena sostenere e aiutare e chi, invece, lasciare nelle sue acque, che il mio tempo è poco e non va sprecato.

Spero mi circondi di persone vere e fidate: amici vecchi, ma anche amici nuovi. Basta che siano amici e non autostoppisti.

Spero mi renda ancora un po' più completo, magari senza costringermi per una volta a ripartire da zero.

Spero mi renda vivo.

Come sempre.

Come dev'essere per valerne la pena.

Samhain è passato da un paio di giorni.

Buon Samhain a tutti.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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