192. 21 ottobre 2015
Ormai l’hanno detto tutti, per cui non è una notiziona.
Oggi è il giorno in cui Marty McFly e Doc Brown arrivano nel futuro.
Ovviamente la celebrazione è un bel momento nerd (e stasera sarò a vedere il primo e il secondo film al cinema) ed è divertente vedere lo spazio dato sui media a un genere cinematografico che, diciamocelo, per decenni è stato messo in disparte e guardato con sollazzo da molti.
Una delle cose più divertenti o interessanti sono i post e gli articoli che si concentrano su quante cose Ritorno al Futuro abbia indovinato riguardo al nostro presente: ovviamente molte no, ma tante altre sì e c’è chi si sente un po’ defraudato del non avere fusione atomica che permetta di fare viaggiare le auto grazie alla spazzatura, skateboard volanti o cose del genere.
Ecco, a tutti loro: benvenuti nel club.
Perché quello che state provando oggi con Ritorno al Futuro, qualunque appassionato di Fantascienza classica l’ha vissuto nel 2000, nel 1990 e in ogni altro anno sufficientemente lontano per essere ambientazione avveniristica e sufficientemente vicino per essere vissuto.
Da Heinlein ad Asimov, da Cartoni Animati a Serie Tv, la realtà ci ha defraudato di tanti di quei sogni che voi non potete immaginare.
Auto volanti, robot giganti, viaggi nello spazio, colonie su Marte, colonizzazione di altre galassie, civiltà in cui non esiste guerra e potrei andare avanti all’infinito.
È quello con cui noi nerd siamo cresciuti, quello che ci ha insegnato a sognare, quello che ci fa pensare che forse un giorno qualcuno di questi sogni diventerà realtà.
Perché è vero, tante cose non ci sono ancora, ma abbiamo cellulari più potenti di qualunque computer concepibile trent’anni fa, abbiamo comunicazioni istantanee da un lato all’altro del pianeta (usate, spesso, in modo inutile, ma questo è un altro discorso), siamo atterrati su una cometa e abbiamo visto Plutone.
Il futuro in cui è arrivato Marty non è il nostro, ma il nostro è comunque qualcosa che avessimo immaginato trent’anni fa molti ci avrebbero definiti pazzi.
Ma il nostro presente, il futuro dei noi di trent’anni fa, domani sarà il nostro passato.
Sta a noi, ora, creare un futuro migliore di qualunque immaginato.
Basta continuare a sognare.
Basta continuare a sperare.
Basta continuare a creare.
Lo dice anche Doc:
“Il vostro futuro è qualunque cosa voi ne facciate. Per cui fatene qualcosa di buono”
E vediamo come sarà il 21 ottobre 2045.
Ci si rilegge qui tra trent’anni, ok?