185. Quando?
Quando la finirete?
Quando la finirete di dire che “ah, come si mangia in Italia non si mangia da nessuna parte e tutti a copiarci”?
O anche “ah, il caffè italiano è l’unico buono, il resto fa schifo”.
Vi rivelo una notizia: il fatto che sia diverso da quello a cui siete abituati non significa faccia schifo; significa che le vostre papille gustative e i vostri neuroni sono talmente assuefatti a quei due sapori che siete disposti ad assaggiare, che neanche vi rendete conto di quel che potete perdere.
In Italia si mangia bene? Sì, in alcuni posti, in altri si mangia di merda.
All’estero si mangia male? Sì, in alcuni posti, altri pagherei oro per averli in Italia.
E le “copie” che trovate ve le andate a cercare perché non siete disposti a provare qualcosa di diverso da ciò a cui siete abituati.
Magari siete proprio di quelli che a New York o a Londra o in Cina cercano un ristorante italiano e poi si lamentano che non sanno cucinare.
Il caffè italiano è il migliore del mondo?
Ma lo dite davvero senza ridere?
Ma voi lo prendete il caffè nei ristoranti?
Lo sentite il sapore di asfalto che ha nell’80% dei casi?
E davvero volete confrontarmelo con uno di Costa (catena londinese, per chi non lo sapesse) o di Starbucks? Perché certo, Startbucks potrà non essere il migliore in assoluto, ma vi assicuro che in confronto a certa merda che ho bevuto in Italia è oro puro.
La verità è una sola: avete una ristrettezza di vedute, un’incapacità di confrontarvi col mondo, una povertà di gusti e cervello che mi imbarazza anche solo avere il vostro stesso passaporto. Addirittura non concepite che qualcuno possa amare il caffè americano molto più di quanto ami l’espresso o, peggio, la moka.
Ma fate pure.
Andate in un ristorante, ordinate un risotto che risotto non è, ma tanto è italiano, per cui va bene.
Andate a mangiarvi la pizza da spizzico, che tanto è italiano, per cui va bene.
E prendete il gelato da Grom, quello che vi ha fatto credere sempre di essere artigianale e voi ci avete pure creduto non ponendovi neanche mezza domanda.
Io, intanto, mangerò una pizza alla Fontana o alla Taverna o un gelato da Gelato Giusto o da Galliera 49 o un risotto alla Rava e alla Fava.
E quando sarò all’estero mi berrò un Mocha da Costa, mangerò l’hummus da Comptoir, la Cheesecake da Carnegie Deli, un sandwich con cipolla, cheddar e chutney o mi farò un the delle cinque in un albergo, godendo ogni singolo tramezzino e scone che mi verrà portato.
E ringrazierò che ci siano paesi civili dove vegetariani, vegani e celiaci possono mangiare bene senza essere guardati come animali strani. Anche al bar sotto casa. Lì.
E ancora ringrazierò della curiosità con cui sono nato e cresciuto: perché i sapori che quella curiosità mi regala voi non li capirete probabilmente mai.
No, non è tutto oro quel che è fatto all’estero. Ma tanto meno lo è quel che è fatto qui.
Ci sono cibi meravigliosi in Italia, non c’è dubbio. E ce ne sono all’estero, altrettanti.
Ma voi siete italiani. Convinti di essere privilegiati solo per tradizione. Convinti che meriti del passato valgano anche se voi non avete fatto un cazzo. Convinti che qualcosa di diverso da ciò che voi conoscete sia sbagliato per definizione.
Un giorno la pianterete di credere di poter vivere di rendita.
Forse.
Mi piace la cucina italiana, come potrei non amarla. Ho sempre cucinato italiano di base con qualche contaminazione, lo ammetto, dopo tanti anni di estero. Ma non ho mai capito i talebani del cibo italiano. Io e tutta la family abbiamo mangiato meravigliosamente in Inghilterra, malgrado faccia figo dire: Oddio come mangiano male ‘sti inglesi!
Abbiamo mangiato bene in Spagna, in Francia e attualmente negli USA. Certo bisogna essere pronti alla scoperta e uscire da certi schemi, pronti a mettersi in discussione e non pensare che fare la carbonara sia un rito religioso, ad esempio. Ma non per tutti è così e ho visto cose…;)
Esattamente, il problema è quella: l’incapacità di scoprire e imparare. Odioso.
Esatto menti chiuse e grrtte. La pizza e la pasta buona la mangi in Italia, non a Boston. La clames chouder ottima la mangi a Boston, non in Italia, sono stata chiara?
Il problema è quando pensa che per definizione qualcosa che non sia pasta e pizza non possa essere buono 😉