109. Cause ed effetti
Da sviluppatore software una delle prime cose che si imparano è ragionare in termini di causa ed effetto: se fai questo allora succede questo, questo risultato è ottenuto da questa sequenza di passi che hanno portato in quella direzione.
Si tratta di una modalità di pensiero che aiuta spesso a risolvere e identificare problemi e che, sempre lavorativamente parlando, è fondamentale per non perdere tempo ed energie preziose: l’esempio lampante è stato ieri sera quando mi era impossibile identificare le cause del bug che mi ha fatto dannare proprio perché non avevo accesso a tutte le informazioni necessarie.
Fin qui dovrebbe essere tutto chiaro e semplice, ma così fosse questo post non avrebbe ragione d’esistere, giusto?
Giusto.
Perché, diciamocelo, identificare le cause di qualcosa è tutt’altro che banale. Bisogna sapere di cosa si sta parlando, conoscere l’ambito in cui ci si sta muovendo, sapere che un certo agente può comportare una certa conseguenza e molto altro ancora.
Bisogna, sostanzialmente, conoscere il proprio campo o quello di cui ci si sta interessando.
Per farlo bisogna studiare.
In informatica, nelle altre scienze e anche nella vita.
Invece no.
La regola causa/effetto è la più stuprata da qualunque mente a ridotto carico di lavoro in qualunque ambito.
Nel mio campo avviene più della metà delle volte che si dia per assodato che una certa azione abbia portato a un certo risultato:
– ah, guardi, stamattina ho digitato il mio nome utente e la password e si sono spente le luci. Sicuramente è un hacker.
– stamattina ho sbagliato la password e poi mi è arrivato lo spam. Sicuramente mi sono entrati nel computer, ecco perché non riuscivo a entrare.
– Il sistema mi ha dato questo errore, ma poco prima ero su facebook, è sicuramente legato.
– Facendo questa azione ho sempre ottenuto questo risultato. (E, solitamente, non c’è neanche una riga di codice che possa lontanamente fare o abbia mai fatto ciò che la persona dice di aver sempre fatto).
Fosse solo il mio campo, il problema sarebbero soltanto grattacapi lavorativi: rotture di scatole, certo, ma alla fine isolate.
Il problema è che laggente pensa così.
Il problema è che chiunque si sente autorizzato a trovare motivi causali che il 99% delle volte non hanno niente a che vedere con gli effetti.
E li incontrate ogni giorno.
Un bambino è autistico? Certo, si era vaccinato qualche giorno prima.
È stata violentata? Ovvio, era in minigonna/faceva la civetta/respirava nella zona sbagliata della città.
Il mio gatto ha vomitato una palla di pelo? Ovvio, è passato un aereo in cielo spargendo una scia chimica, magari di quelle nuovissime invisibili (sic).
Mi fa male un piede? Magari è colpo del sole in saturno, non certo che mi sono comprato scarpe fighe ma scomodissime.
Non trovo lavoro? Il problema è di sicuro un immigrato senza titolo di studio che raccoglie i pomodori per pochi euro al giorno, non il fatto che io non abbia qualifiche per trovarlo o che il mio campo sia in crisi o entrambe le cose.
Vi rivelo un segreto: il fatto che una cosa avvenga temporalmente prima di un’altra non significa che ne sia la causa. Se io starnutisco e tu provi un orgasmo, per quanto la cosa possa lusingarmi, sono ragionevolmente certo di non essere il motivo del tuo orgasmo. Te l’assicuro.
Studiare, imparare, scoprire, significa anche questo: sapere identificare quelle che si chiamano “cause plausibili” e, tra quelle, trovare quella o quelle effettive.
E no, non è la scienza ufficiale che vuole dirottare le vostre menti eccelse. È solo che voi siete troppo presuntuosi e ignoranti (combinazione letale) per rendervi conto delle fondamentali cazzate che pensate siano legate tra loro.
Studiate.
Imparate che chi ha studiato non è un presuntuoso imbecille ma è uno che sa e che voi, che cercate su wikipedia, non sapete.
Non.
Sapete.
Provateci.
Non vi causerà alcun male, se non forse all’orgoglio.
Comunque facciamo la prova del nove.
Questo sito: http://tylervigen.com/spurious-correlations ha creato parecchi grafici di confronto tra l’andamento di eventi totalmente slegati tra loro per mostrare quanto possa essere facile trovare correlazioni inesistenti.
Le ipotesi sono due: se questo post ha attecchito o se (come spero) già sapevate tutto ciò che ho scritto, allora riderete molto (causa: sapete riconoscere i principi di causa/effetto. Effetto: l’ilarità generata dall’evidente ironia del sito).
In caso contrario inizierete a scrivere post su Facebook dove spiegherete che un sito ha dimostrato come l’arrivo di New Horizons su Plutone porterà a una nuova serie di morti per soffocamento negli stati uniti (causa: non avete capito una fava e ne siete piuttosto fieri. effetto: diffondete cazzate e disinformazione).
A voi la scelta.
Però, Santi Numi, non è che gli ultimi film di Cage ispirino proprio pensieri allegri… XD
Ecco 😛
….ma …hai starnutito per caso??
Ops
Se starnuti mi fai venire il raffreddore e basta
E magari neanche quello