79. Still Alice

Una delle mie paure peggiori riguarda la memoria.

Il perdere la capacità di ricordare.

Ho sempre pensato che noi fossimo definiti non solo da ciò che siamo ora ma dalla strada fatta per arrivare a oggi: gioie, dolori, errori, felicità, strade giuste e sbagliate, scelte fatte o mancate.

Tutto contribuisce a essere chi siamo oggi e chi saremo domani.

Quindi cosa succederebbe se questi ricordi sparissero?

E cosa accadrebbe se non avvenisse da un giorno all'altro, ma poco alla volta, lasciandoci la consapevolezza di quello che sta succedendo, non donandoci neanche l'oblio del non sapere?

È quello che si trovano a vivere i malati di Alzheimer ed è quello che viene raccontato in Still Alice, con protagonista la fantastica (in genere e in particolar modo in questo film) Julianne Moore.

Alice è una docente universitaria, esperta di linguistica.

Una donna di successo, con tre figli e un marito, tutti indirizzati per la propria strada.

Tutto sembrerebbe perfetto ma a 50 anni Alice comincia a notare delle stranezze: perde una parola, a un certo punto non si rende conto più di dove si trova (molto bello il modo in cui la cosa viene resa visivamente), si scorda gli ingredienti di una ricetta, scorda frasi già dette.

Alice è intelligente, sa che i segnali sono strani e si rivolge a un neurologo.

Alzheimer precoce.

Nessuna cura.

Nessuna vera speranza.

Con la beffa dell'essere ereditario e, quindi, potenzialmente colpire anche i figli, col conseguente irrazionale senso di colpa di una madre che teme di aver condannato la propria discendenza.

Still Alice è un film ben costruito, senza veri picchi, ma che ci accompagna piano piano nella discesa della donna che la protagonista era verso la donna che diverrà, con la ridefinizione dei rapporti familiari, i diversi modi di reagire di ogni affetto, senza colpi di scena perché il colpo di scena non è lo scopo del film.

Scopo del film è raccontarci, farci capire, farci ricordare.

E anche raccomandarci di gustare ciò che abbiamo finché l'abbiamo, perché nulla garantisce che domani sarà ancora lì. Potremmo anche non ricordarlo più.

La potenziale commozione c'è in più punti, anche se non è mai volutamente cercata: l'impressione è addirittura che in certi punti si stia assistendo a una sorta di documentario, scelta che qualcuno potrebbe definire asettica ma che invece ho trovato azzeccata.

Non c'è bisogno di rendere ancora più drammatico qualcosa che, di suo, già lo è a sufficienza: quel che c'è bisogno è di capire, comprendere, imparare.

E ricordare che la donna alla fine del film, sebbene diversa, è ancora la madre e la moglie di chi le sta accanto.

È cambiata e lei stessa non sa quanto, ma è sempre Alice.

È ancora Alice.

 

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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2 risposte

  1. Mìgola ha detto:

    Mi piacerebbe vederlo…è un argomento che mi affascina quello della memoria e di conseguenza l’assenza della memoria.

    • Aries ha detto:

      Sì, anche a me. Avendo poi perso la memoria breve quando avevo 18 a causa di un trauma cranico, devo dire che l’ho sempre sentito molto vivo.
      Guardalo, poi fammi sapere cosa ne pensi.

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