22. Trigger Warning
Cos’è un Trigger Warning?
È l’avviso che il contenuto di un libro, un racconto, un telefilm, un film potrebbero scatenare effetti sgradevoli su persone particolarmente sensibili.
È una di quelle precauzioni tipicamente anglosassoni che abbiamo in parte importato con gli anni.
Attenzione! Questo libro/racconto potrebbe disturbarti perché contiene qualcosa di provocatorio.
Rassicurante, vero?
O forse no.
Forse i trigger warning servono a farci sentire in una gabbia, protetti, ma anche imprigionati dalle nostre stesse paure.
Trigger Warning è anche il titolo della terza raccolta di racconti di Neil Gaiman, uscita da poco in lingua originale e ancora non disponibile in italiano.
Il buon Neil gioca col concetto di Trigger Warning e si pone in parte le stesse domande che mi sono posto io.
Poi avvisa il lettore.
Avvisa che questo libro non conterrà racconti omogenei, ma anche che quasi ogni racconto non finisce bene per almeno uno dei personaggi.
E avvisa che compare almeno un tentacolo.
Poi ci lascia in balia dei suoi racconti che, come sempre, coprono qualunque ramo del fantastico possiate immaginare, dalle storie di fantasmi alla fantascienza, da Doctor Who allo Shadow di American Gods, passando per poemi e fiabe rivisitate.
Come detto tante volte, Gaiman è uno dei pochi autori a essere in grado di scrivere sia romanzi che racconti, ma ovviamente ogni racconto è un qualcosa di a sé stante ed è difficile dire se questo libro potrà piacervi o meno.
A me, neanche a dirlo, è piaciuto, anche se devo dire che alcuni suoi meccanismi narrativi stanno cominciando a entrami dentro e quindi a stupirmi un po’ meno.
Questo non significa che non mi ci diverta, anzi, ma solo che non sempre mi prende alla sprovvista.
Per una volta faccio una panoramica dei vari racconti: niente spoiler (come sempre) ma solo teaser, giusto per stuzzicare il vostro appetito.
Making a chair.
Avete presente quando diciamo che un attore potrebbe leggere la lista della spesa e rapirci comunque? Ecco, Gaiman lo fa raccontando di come ha costruito una sedia. Davvero.
A lunar labyrinth.
Amo viaggiare e scoprire luoghi. Per questo, forse, questo racconto non avrei dovuto leggerlo.
The thing about Cassandra
Sicuramente uno dei miei preferiti dell’intera raccolta. Un uomo scopre che alcuni suoi amici e sua madre hanno incontrato la sua prima ragazza, quella del liceo, che ha voglia di vederlo. Bello. Se non fosse che… (e no, non è nulla di quel che potreste pensare)
Down to the sunless sea
Una storia di attese, di marinai, di Londra e Tamigi. Di freddo.
The truth is a cave in the Black Mountains
La verità prima o poi salta fuori e bisogna pagarne le conseguenze. Sempre. (Racconto già uscito illustrato da Eddie Campbell)
My Last Landlady
Gaiman deve avere qualcosa contro i viaggiatori. Non c’è altra spiegazione.
Adventure Story
Adorabile e, per certi versi, terribile. Scoprire meraviglie su chi non c’è più e non poterle approfondire perché non c’è più. Ma anche la differenza di prospettive che sta dietro la parola “avventura”. Bello bello.
Orange
Ecco, questo mi ha divertito tanto. Non è chissà che, ma usa un metalinguaggio per raccontare una storia. Non vi verrà mai detto tutta nel suo insieme. Dovrete intuirla. Da un questionario.
A calendar of tales
12 racconti nel racconto, il più eterogeneo nella raccolta. Un raccontino al mese, basato su risposte date all’autore su Twitter (ci sono i ringraziamenti ai singoli “ispiratori”). Geniale come da poche parole o risposte nasca una storia.
The case of death and honey
Sherlock Holmes. Mycroft in punto di morte. Poco altro da dirvi.
The man who forgot Ray Bradbury
Le nostre memorie sono solo nostre? Oppure ricordando teniamo vivi coloro che ricordiamo? E dimenticare il nome di un autore lo fa esistere di meno? E se giorno dopo giorno perdiamo memoria di ciò che era importante per noi rimane così importante? Bello e terribile, nella sua frustrazione.
Jerusalem
Leggere questo racconto mentre ho amici in viaggio a Gerusalemme è strano. Spero per loro che gli effetti di un viaggio nella città santa non siano sempre così.
Click-Clack the Rattlebag
Io l’ho sempre detto che le storie per bambini fanno paura. E ancora di più quelle dei bambini. Quando poi coincidono…
An invocation of incuriosity
Ai mercatini delle pulci si incontra gente strana. Anche qualcuno che potrebbe accettare di raccontarvi una storia interessante in cambio di un pasto. Una storia così incredibile da poter essere vera.
And weep, like Alexander
C’è chi inventa e chi disinventa, ecco perché non abbiamo macchine volanti o astronavi. Sono state disinventate. Per il nostro bene. E se state leggendo questo, almeno internet esiste ancora. Per ora.
Nothing O’ Clock
Ogni volta che Gaiman prende in mano il Dottore crea delle chicche e questo racconto non fa differenza. Siamo ai tempi di 11 e dei suoi primi viaggio con Amy Pond. Da gustare.
Pearls: a fairy tale
Sì. Una fiaba, ma nel senso più antico del termine. Non di quelle epurate o ripulite. Inquietante come solo le vecchie fiabe sanno essere, solo che questa è nuova.
The Return of the Thin White Duke
Vi dico solo che il protagonista di questa storia avrebbe dovuto essere David Bowie. Avete bisogno d’altro?
Feminine Endings
Per quanto mi riguarda si tratta del racconto più disturbante di tutto il libro. Perché non è fantastico. È reale. E potrebbe succedere a chiunque, a ben pensarci. Bello, ma da pelle d’oca. Ha a che fare con le statue viventi nelle piazze. Il resto leggetelo.
Observing the formalities
Volete capire che l’educazione è fondamentale? Se poi avete a che fare con gente come Malefica, dai, un po’ di furbizia…
The Sleeper and the Spindle
Tutti sanno come andò la Bella Addormentata, vero? Ma magari no. E magari c’è di mezzo pure Biancaneve. Magari. (Racconto che potete trovare anche illustrato da Chris Riddel)
Witch Work
Un poema. Una strega. Il suo lavoro. Vi basti.
In Relig Odhrain
Sembra che in passato si seppellisse la gente nelle mura o fondamenta dei palazzi per proteggerli. Ecco.
Black Dog
Lo Shadow di American Gods è ancora in viaggio nelle campagne inglesi. Ecco cosa succede a fermarsi in un pub per rifocillarsi.
A voi decidere se vi siete incuriositi a sufficienza 😉