Iñárritu (o la sottovalutata virtù dello stare zitti)

Mi capita sotto gli occhi questa notizia: http://www.bestmovie.it/news/alejandro-g-inarritu-demolisce-i-cinecomic-sono-un-genocidio-culturale/355976/

Riassumendo, per il regista neo-premio oscar Iñárritu i cinecomics sono qualcosa che rasenta il male assoluto e i supereroi “vanno bene fino a quando hai 7 anni, poi è una forte debolezza” e ancora “Il problema è quando fingono di avere una qualche profondità. È una cosa che odio, perché non corrisponde a quei personaggi. “, per chiudere con “Se osservi bene questo tipo di film, la mentalità di fondo si basa su gente ricca, potente, che fa del bene e uccide il cattivo.”.

Niente male riuscire a inanellare una tale sequenza di cazzate supponenti e snob in poche affermazioni.
Perché il caro regista dà prova di non sapere veramente nulla dell’ambito fumettistico da cui provengono i cinecomics e, soprattutto, di partire con dei preconcetti enormi quanto l’ego che evidentemente lo caratterizza.
Potrei passare ore a parlare della profondità di molte opere supereroistiche a fumetti o a smontare frasi come l’ultima riportata (che dimostra che avrà visto forse solo Iron Man 1 e probabilmente neanche bene), ma la questione è molto più banale: lo snobismo della sedicente cultura verso tutto ciò che è pop e “semplice”.

Se piace a tanti, allora fa schifo.
Se diverte, allora è merda.
Se fa passare due ore di sogni invece di farti domandare se sei degno di vivere all’altezza del mondo che ti circonda, allora non vale la pena.

Ho una notizia per questo signore e per tutti coloro che gli assomigliano: l’arte non è solo un film come Birdman.

L’arte non è esclusivamente una questione per pochi eletti. L’arte è anche intrattenimento, capacità di divertire, di rimanere impressi.

Nel momento in cui l’arte inizia a essere autocompiaciuta e per pochi ha fallito il suo scopo, che è quello di essere condivisa.

E se un Birdman è arte lo sono anche film rimasti nella cultura mondiale per decenni come Star Wars e Indiana Jones (che non dubito facciano schifo a Iñárritu tanto quanto) e lo sono i film di Tarantino che alla cultura pop devono cuore e anima.
E se Proust è arte, lo è anche il Devil di Miller, l’Uomo Ragno di J.M. De Matteis, l’Hulk di Peter David (e non sto citando il Sandman di Neil Gaiman, perché sarebbe come sfondare una porta aperta), quasi tutti i romanzi di Philip K. Dick (ricordiamo che la fantascienza era – e a volte – la letteratura di serie B per gli amici di Iñárritu).
Sono forme diverse di arte, ma sono ENTRAMBE tali.

Sono cresciuto a pane, supereroi e robot giapponesi, adoro la fantascienza, il fantastico, Gaiman, Heinlein, Dick, ma anche Murakami, la Nemirovsky e Maya Angelou.

Quando sono a Londra o a New York passo metà del mio tempo da Forbidden Planet e metà nei vari musei.

E no, non mi sento indebolito da questo. Mi sento più forte.

Perché io, a differenza del caro regista, non mi faccio condizionare da preconcetti e mi arricchisco di tutto quello che può donarmi nuove emozioni, siano esse domande profonde o il divertimento nel vedere un procione parlante con un fucile in mano.

Come fa, ad esempio, uno Stephen Hawking che sa essere il genio che è e, nel frattempo, divertirsi con comparsate in Big Bang Theory.

Iñárritu, che ha ben pensato di far pubblicizzare il suo film proprio come se fosse un cinecomic, ha perso l’occasione di mostrarsi intelligente e tacere, ma, d’altronde, la virtù dello stare zitti è da sempre sottovalutata.

Eppure sarebbe una notevole forma d’arte.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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4 risposte

  1. A leggere l’articolo che hai linkato ho provato una delusione tremenda, perché personalmente avevo immaginato che il regista di quella grandiosa opera d’arte che è Birdman fosse dotato di una mente più eclettica. Davvero un peccato.

    …E poi, come si fa a rimanere impassibili davanti a quel tenerissimo procione che hai citato??! 😉

  2. Chiara ha detto:

    Già dissi su Facebook, cher.
    Il discorso di Inarritu – come quello di Cronenberg tempo fa nei confronti di Nolan – ha tutto fuorché dello snobbismo intellettuale ed è lì, chiaro – limpido – onesto, nella profondità di Birdman.
    Con affetto 😉
    Chiara

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