La vita inattesa

Parlare di malattia è un compito gravoso, soprattutto in un paese come il nostro in cui c’è sempre stato un certo pudore relativo all’argomento.
Sulle malattie, più o meno gravi, si doveva stendere un velo di silenzio, il malato non doveva lamentarsi troppo, non doveva esternare le proprie difficoltà, non doveva dare troppo fastidio.
Non era educato farlo.
Non era il caso.
Eppure il silenzio è uno dei pesi maggiori con cui devono vivere malati e invalidi, che non hanno bisogno solo di cure (o, purtroppo, di palliativi), ma anche e soprattutto di ascolto, comprensione, empatia.
Non condiscendenza, mai condiscendenza.

In quest’ottica è nato il progetto “Viverla Tutta”, che si occupa di raccogliere le storie di migliaia di malati e parenti, con lo scopo di aprire una finestra su un mondo troppo a lungo lasciato nascosto e di far crescere l’esperienza della “medicina narrativa” anche in Italia.

“La vita inattesa” nasce proprio da questo progetto.

Tre autori (Micol Beltramini, Alessandro Q. Ferrari, Tito Faraci) hanno scritto dieci racconti disegnati da altrettanti illustratori italiani ispirati ad alcune storie pubblicate sul sito.
Una lettura non facile, non sempre immediata, ma di un valore enorme.

Lo stile dei racconti varia parecchio così come l’impatto emotivo.
I racconti scritti da Faraci sono certamente precisi, immediati, molto narrativi ma anche più emotivamente distaccati.
I quattro scritti da Micol Beltramini e Alessandro Q. Ferrari e il singolo scritto solo da Micol sono invece l’esatto opposto.
C’è il cuore.
C’è il convivere con la malattia, con le sue conseguenze, con la lotta.
C’è la reazione umana.
C’è la resa e la voglia di non arrendersi.
C’è la paura di finire per odiare chi si è ammalato per la vita che stiamo facendo, pur sapendo che non è colpa sua, pur odiandoci anche solo per pensarlo.
C’è la speranza.
C’è il trasformare una malattia in un superpotere perché i bambini è giusto che sperino.
C’è una farfalla.

E ci sono alcune lacrime.
Quelle di chi, leggendo, ha ricordato.
Di chi ha riconosciuto certi momenti.
Di chi si è sentito toccare da certe parole.

E se chi qualcosa l’ha vissuta e la riconosce tra le righe di qualcun altro, allora questo qualcuno ha saputo arrivare al cuore.

Da leggere, per capire, per ricordare, per sperare.

Oggi è un giorno speciale. Oggi succederò in eterno. Io te lo regalo. E’ tuo. Sii felice, la tua mamma ti vuole bene

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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3 risposte

  1. wolkerina ha detto:

    Grazie della segnalazione: me lo procuro di sicuro!

    • Aries ha detto:

      Fammi sapere cosa ne pensi 🙂

      • wolkerina ha detto:

        Mi è davvero piaciuto molto! Quando l’ho iniziato sono stata felicissima di trovare proprio nella prima storia Bacilieri (mi piace molto il modo in cui disegna), e mi sembrava che tutto filasse liscio (ricordavo che le storie sceneggiate da Faraci non ti avevano convinto ma avevo dimenticato il perché) quando la seconda parte mi colpisce per la caduta di “tono”. E la stessa cosa mi è accaduta con “Qualcuno che ascolta”. Ho riletto ciò che hai scritto a proposito delle storie sceneggiate da Faraci, non so se si tratta di cuore o altro ma sicuramente entrambe queste storie non mi hanno convinto del tutto.
        “la chiave della prigione” e “la speranza è una farfalla” mi hanno colpito tantissimo, dei piccoli capolavori (sia per la sceneggiatura che per i disegni). Che commozione!

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