Quoziente 1000

Può capitare che mi accosti a un libro sottovalutandolo.
Per qualche motivo sono curioso di leggerlo, ma non mi aspetto granché, solo di passare un po’ di tempo piacevolmente.
A volte mi ritrovo ad aver ragione, alcune capita addirittura che nonostante tutto il libro mi deluda, altre, più rare, rimango piacevolmente stupito.
Come si sarà intuito, quest’ultimo è il caso di Quoziente 1000, di Poul Anderson.

Immaginatevi che, da un giorno all’altro, tutti gli essere viventi vedessero la prima intelligenza aumentata di dieci volte.
Persone intelligenti che diventano geni.
Persone meno fortunate che diventano sveglie.
Animali che imparano a liberarsi di barriere, catene.

Cosa accadrebbe?
Tutto migliorerebbe di colpo?
O nascerebbero solo nuovi problemi?
Nuove “sottospecie” di umani, nuove religioni, nuove alleanze, nuovi stili di vita.
Gente che faceva lavori manuali che non si sentirebbe più stimolata.
Animali che, consci di essere schiavi, si ribellerebbero quasi sempre.
Nuovi linguaggi più vicini alla telepatia che alla lingua parlata.
Ci sarebbero le potenzialità per costruire qualcosa di nuovo ed enorme, ma contemporaneamente tutto il passato diventerebbe insignificante, come per un adulto i ricordi di un giocattolo di quando era neonato.
Le leggi? Tutte in discussione sulla base della razionalità personale.
Il pudore? Pure.
I governi nazionali? Nati per governare persone molto meno intelligenti.

L’intelligenza si mostrerebbe come arma a doppio taglio.
Qualcuno la accoglierebbe a braccia aperte, diventando più conscio di sé e del mondo, ma altri impazzirebbero: tutti questi pensieri, tutte queste diramazioni, tutte queste conseguenze.
Semplicemente, ci sono persone che non sono abituate a pensare sul serio e che, se ci si ritrovassero, non saprebbero come reagire; uno dei personaggi riassume parte del concetto così:

Perché non vogliono [capire]. A parte quelli che sono impazziti e che sono un fattore importante. Resta il problema di avere, oltre al cervello con cui pensare, anche qualcosa a cui pensare. Prendi milioni, centinaia di milioni, di persone che non hanno mai avuto, in tutta la loro vita, un solo pensiero originale, e all’improvviso il loro cervello si mette a correre a cento all’ora. Tutti cominciano a pensare… ma che basi posseggono? Mantengono ancora le antiche superstizioni, i pregiudizi, l’odio, l’avidità e la paura, e gran parte della loro nuova energia mentale finisce a razionalizzarli in modo complesso.”

Quindi non è (solo) l’intelligenza a rendere un uomo meritevole. E’ la curiosità, la capacità di mettersi in discussione, di crescere, imparare, evolvere. Chi ne è dotato diventerà un uomo migliore grazie alla nuova intelligenza, gli altri dovranno adattarsi o soccomberanno alla follia o alle sette.

Un romanzo estremamente affascinante e lucido, quasi un trattato più che una narrazione vera e propria: esistono dei personaggi ricorrenti, più che principali, ma la narrazione non li segue passo dopo passo; piuttosto ci vengono fornite delle “fotografie” di vari momenti nel tempo, giorno dopo giorno, mese dopo mese, per mostrarci come il mondo legato a ognuno di essi si va evolvendo.

Una gran bella sorpresa.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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2 risposte

  1. wolkerina ha detto:

    Molto interessante questo libro!
    Bello tornare qui 🙂

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