Niente Panico

Mi sto rendendo conto di avere qualche problema con le biografie, soprattutto quando si tratta di autori o attori o comunque personaggi che amo od ho amato.
Il problema è che, volenti o nolenti, siamo tutti pronti a mitizzare un personaggio che amiamo, a vederne il genio artistico e poi a rimanere un po’ delusi quando ne scopriamo dei lati che, in qualche modo, non ci piacciono: poi ci sono i fan “talebani”, che qualunque cosa faccia il loro mito diranno che è perfetta, ma questo è un altro discorso.
Ecco, leggere della vita di Douglas Adams fa un po’ quell’effetto o, comunque, lascia un po’ di amaro in bocca, perché dietro il genio comico di un personaggio del genere si celava una persona scostante, inaffidabile lavorativamente, indecisa, insicura. Niente di nuovo rispetto a tanti suoi emuli, ma è indubbio che un po’ di dispiacere ci sia.

Poi, oh, stiamo parlando di qualcuno che non solo ha creato la guida galattica, ma l’ha riscritta non so quante volte, una per ogni media in cui è stata portata (e, ricordate, i libri NON sono stato il primo, primato che spetta alla radio); però, ecco, in qualche modo Adams era la Guida, nel senso che i suoi tentativi di discostarsene sono spesso finiti in un niente di fatto o non hanno avuto lo stesso successo del capostipite e nel senso che ogni volta che si era ripromesso di non scriverne più finiva per tornarci: per soldi? Per pressioni? Per aspettative? Difficile dirlo, certo è, però, che alcuni volumi della trilogia in cinque atti non lo soddisfecero per niente e, guarda caso, sono d’accordo quasi completamente.

Adams era un genio comico, sì, ma preso nel suo mondo e difficile da gestire nel mondo reale: difficile anche per se stesso, penso non ci fosse la minima traccia di malafede nel suo comportamento, ma i continui desideri di iniziare qualcosa e poi perderne il gusto, il mancare le scadenze, il proporre collaborazioni per poi tirarsi indietro, denunciano un’instabilità che non lo rendeva sicuramente la miglior persona con cui lavorare.
Gli si perdonava tutto perché era un brav’uomo (riferito agli amici) e perché portava soldi (riferito a editori e case di produzione).

Non sto a commentare particolarmente la scrittura di Gaiman in questo libro: una biografia non è un romanzo e si può solo dire se lo stile è scorrevole e si legge bene; da questo punto di vista il libro è ineccepibile, almeno nei capitoli originali scritti da Gaiman, molto meno in quelli aggiuntivi scritti da altri (figlio di Adams incluso).

Lo consiglio?
Non saprei.
Se volete sapere tutto ma proprio tutto sui retroscena della Guida, leggetelo.
Ma se preferite tenere un alone di magia dietro il buon pazzoide morto troppo presto, allora forse lasciate perdere.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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