Open
Facciamo qualche premessa d’obbligo.
Io, il tennis, non l’ho praticamente mai seguito se non per qualche incontro sporadico.
Conosco le regole di base, conosco qualche nome, ho provato a giocarci qualche volta da ragazzino, ma lì mi fermo.
Di Agassi sapevo veramente poco: conoscevo la sua fama di ribelle, sapevo che era stato un campione per parecchi anni, non sapevo (ad esempio) fosse sposato con Steffi Graf.
Questo per spiegare le basi da cui partivo accostandomi a Open.
Perché comprare un libro di e su un tennista, mi si potrebbe chiedere.
Bella domanda e mi piacerebbe dire che è stata la mia curiosità a farmi dare una possibilità al buon Andre, ma la verità bella e buona è che mi sono trovato il libro in casa, che è finito nella mia coda di lettura e che, dopo averne sentito parlare veramente bene, ho deciso di provarlo, non aspettandomi in realtà granché.
Ecco, per una volta i tanti pareri entusiasti mi trovano concorde.
Quel che poteva essere una semplice biografia autocelebrativa è in realtà un sincero racconto di crescita, di fatica, di scoperta: la lotta di un uomo che ha quasi sempre seguito la strada indicata da altri perché non aveva idea di quale fossa quella giusta.
Un uomo che per buona parte della sua vita sportiva ha odiato visceralmente lo sport in cui eccelleva, impostogli fin da ragazzino da un padre cieco e arrogante, che ha toccato tante volte il fondo per poi rialzarsi sperando fosse la volta buona.
Agassi, per bocca del suo (bravo) Ghost Writer, ci racconta i suoi pensieri, i suoi dubbi, non cerca in alcun modo di giustificarsi o di addolcire la pillola: le cose sono andate così, sembra dire, potete tranquillamente biasimarmi, io l’ho fatto, ma ho cercato di migliorare.
Ecco.
Migliorare.
Crescere.
Evolvere.
Sono le parole chiavi di questo libro. “Mi sono formato, non trasformato” dice Agassi verso la fine e trovo che mai parole fossero più veritiere.
Non si può trasformare una persona che ancora non è formata e Agassi l’ha imparato sulla sua pelle.
Una pelle fortunata, certo, rispetto ai tanti che invece non ce l’hanno fatto, ma è comunque da ammirare il percorso che è riuscito a intraprendere.
Un bel libro, pregno di lotta, ricerca, insofferenza, errori, amicizia, amore.