Del dire no
Un mesetto fa ho ricevuto una mail.
Il mio ex-migliore amico, ex-testimone (del primo matrimonio), ex-compagno di banco e attuale-a-malapena-conoscente proponeva di fare una rimpatriata di compagni di scuola, che si sarebbe tenuta venerdì scorso.
Inizialmente ho detto che ci sarei stato.
Non perché ne avessi voglia, tutt’altro: stiamo parlando del rincontrarsi di una classe mai particolarmente unita, con nulla in comune in cui, solitamente, o si parla di aneddoti ormai stantii oppure i due o tre che lavorano in banca si confrontano sui massimi sistemi della finanza.
Interesse zero.
Appeal zero.
Empatia zero.
Calore umano zero.
Eppure avevo detto di sì, più perché il suddetto ex-migliore amico l’anno scorso ha voluto presenziare alla cerimonia del nostro matrimonio e ha insistito per farci un regalo di nozze: non vedendolo da allora mi sembrava corretto esserci, magari portando anche Sweetie (nonostante i suoi tentativi di svicolare).
Poi si avvicinava il giorno e la voglia era sempre meno: leggevo scambi di mail assurdi e mi chiedevo “davvero voglio partecipare a tutto questo?”.
La risposta finale?
No.
Non volevo partecipare a una perdita del mio tempo.
Non volevo sprecare ore preziose della mia vita con gente di cui non mi importa nulla, costringendo anche Sweetie a una serata che, semplicemente, avrebbe annoiato a morte entrambi se non peggio.
No.
E l’ex-amico? Beh, alla fine è da dicembre 2011 che non proponeva di vederci, non mi sembra certo che fosse la sua priorità, no?
Per cui ho detto di no.
Ho trascorso la serata a guardare telefilm e, in parte, a lavorare, ma l’ho scelto io e ne sono felice.
“No”, una parola che ha una potenza enorme e che, se usata bene, può aprire nuovi veri orizzonti, quelli del “faccio ciò che amo con chi amo e gli altri possono tranquillamente andare a farsi un giro”.
No, perché altrimenti i “sì” perdono tutto il loro valore.
No. Perché il tempo è il nostro bene più prezioso e dobbiamo essere noi a decidere come spenderlo.
No.
D’altronde lo dice anche Heinlein: “Quindi impara a dire di no… E sii rude quando è necessario. Altrimenti non avrai il tempo di compiere il tuo dovere, o di fare il tuo lavoro, e certamente non lo avrai per l’amore e la felicità”
PS: giusto oggi mi è arrivata una mail. Tra un mese riorganizzano. Quale sarà la mia risposta?
“No, perché altrimenti i “sì” perdono tutto il loro valore.”
frase bellissima, complimenti!
e complimenti anche per essere riuscito a dire no, non sempre è facle come potrebbe sembrare
Grazie mille 🙂
Non le ho ma capite queste cose!!!
Non mi cerchi, non mi cercano per vent’anni, poi di punto in bianco facciamo la rimpatriata?
Se non ti ho cercato ci sarà un motivo, prova a porti la domanda…
C’è sempre ciocco show all’orizzonte
E ribadisco che dovremmo esserci 🙂
Dunque quale sarà la tua risposta ??
Mmmmhhh, forse siamo un po’ sul nì, o mi sbaglio? Se non altro per curiosità, e poi chi lo sa se nel frattempo i quattro pischelli hanno trovato un po’ di brillantezza.
Indovina grillo che ti farò ricco, però un bel no, perchè i sì perderebbero tutto il loro valore non fa un plissè, è talmente bella e vera questa frase che io comunicherei proprio un bel NO.
Calore umano zero, ma rispondi subito con una bella mail coi fiocchi e controfiocchi se no questi ogni due per tre bussano.
4p
Ma guarda, a un certo punto basta anche ignorare 😉
invece la tua risposta sarà sì, solo per potergli dire in faccia con gusto: “noto che senza di me non vi divertite e avete dovuto organizzare una seconda volta a breve. questa volta vi onoro, però basta per i prossimi vent’anni che ho altra gente da illuminare”.
oppure anche un no può starci bene.
Recentemente te l’ho già dato del genio? 😛
ho partecipato ad un corso tenuto da una psicoterapeuta dove ho scoperto che veramente dire no è più complesso che dire si…
Già, lo è davvero… eppure quando si impara diventa catartico
Ma quanto hai ragione?!?!
Io però ho appena detto sì ad una cena con dei pazzi furiosi…. e so già che non me ne pentirò! XD
Mai dire mai 😛
infatti non l’hoddetto!… 😛
Bravo! Anche io sto imparando a dire no, anche se non sempre il motivo è il franco disinteresse, nella maggior parte dei casi, per me e per ovvie ragioni che sai, sto imparando a dire no per tutelari, ripararmi e anche proteggere le poche energie che ho e rivolgerle a chi mi è più vicino. Non tutti capiscono, ma sai che c’è, va benissimo così!
Più che bene, cara. Più che bene.
E poi sai che pensavo proprio ieri sera, chi ha un carattere come il nostro, tende a dare più rilevanza a certi eventi, richieste, etc, pensando che dall’altra parte ci sia altrettanta cura e voglia, invece poi scopri che nella maggior parte dei casi gli altri se ne fanno una grassa ragione, cioè leggesi: si fanno comunque i cazzi loro! Ops…
Amen. 🙂
Ottima riflessione. Anche io ho sempre paura a dire no (no alla cena con la cognata antipatica per esempio, solo per non far rimanere male mio marito). Ma ora ho deciso di diventare un poco più egoista anche io.
Ho detto no, e con molto gusto, ai miei ex compagni delle superiori che su facebook volevano organizzare una cena…(ricordi pessimi dei miei compagni 16enni….che vogliono ora?) 😉
Non è “egoismo”, non nel senso negativo del termine.
E’ dare il giusto spazio a chi lo merita, noi inclusi 😉