Cosa tiene accese le stelle
In un periodo difficile come questo leggere un libro come quello di Mario Calabresi è un vero toccasana.
Mario Calabresi è uomo di rara intelligenza e sensibilità che, senza negare la difficoltà oggettiva in cui versa il nostro paese, cerca di porre i riflettori su un aspetto troppe volte sottovalutato: siamo davvero sicuri che non ci sia speranza? Che non ci sia futuro? E, soprattutto, che cinquant’anni fa si stesse meglio?
Per farlo intervista vari personaggi, da Franca Valeri a Umberto Veronesi, da Massimo Moratti a Lorenzo Cherubini, che hanno vissuto il dopoguerra o che, come Jovanotti, sono riusciti a costruire il proprio sogno.
Il quadro che ne risulta sarebbe prevedibile, se ci si fermasse a pensare un po’ sopra: gli anni cinquanta, sessanta, settanta del secolo scorso erano tutto tranne che un idillio, ma le persone ne erano consapevoli e puntavano a migliorare la propria vita.
Ora ci troviamo in periodi difficili, ma spesso invece di diventare propositivi, di reinventarci, di costruire qualcosa ci dedichiamo allo sport nazionale: lamentarci.
I politici ci hanno defraudato, non c’è più nessuna sicurezza, non sappiamo cosa sarà di noi domani, è tutto vero: ma invece di aspettare la sicurezza da altri perché non dedicarci a costruire una base nostra su cui basare il nostro domani?
Siamo talmente abituati a pensare che ci stanno fregando da non ricordare che chiunque ci freghi è responsabile solo al 50%, il restante 50 è a carico nostro, volenti o nolenti.
E’ un messaggio controcorrente, forse anche scomodo per qualcuno, ma lo trovo di un ottimismo e di una forza che non posso non fare miei.
Una citazione che voglio riportare, da una risposta data a una studentessa di cinema che si lamentava di aver sprecato la propria vita studiando arte: “ogni epoca impone una forma di resistenza, la nostra è non essere lamentosi”.
Uno splendido libro di un uomo che ha guadagnato la mia stima con ognuno dei suoi scritti ma anche e soprattutto per ciò che fece per la mia amica Anna Lisa.
Da leggere.
Io segno, ma qui inizi a costarmi…
Dai, c’è l’economica 😉
L’ho letto anch’io questo libro un po’ di tempo fa e mi ha dato una sferzata di ottimismo, o meglio mi ha dato l’opportunità di osservare ciò che accade in questi tempi da un punto di vista diverso, meno pessimistico e più propositivo. Concordo: da leggere 🙂