Strega
Ecco un libro di cui mi è un po’ difficile parlare.
Il motivo è presto detto: è totalmente diverso da quel che mi sarei aspettato e questo non solo mi ha inizialmente spiazzato, ma mi ha portato su strade che in certi momenti ho gradito e in altri ho trovato poco interessanti.
Partiamo però dall’inizio e cerchiamo di spiegare di che romanzo si tratta: Strega è una specie di “dietro le quinte” del Mago di Oz, che cerca di mostrare la vicenda sotto occhi ben diversi.
E così il benevolo Mago della famosa storia diventa una sorta di tiranno oppressore, mentre la perfida Strega dell’Ovest, vera protagonista della vicenda, non è altri che una ragazza nata un po’ deforme (se denti aguzzi e pelle verde possono definirsi deformità 😉 ) intelligente e ribelle: sono proprio queste due caratteristiche a portarla ad isolarsi sempre più da chi la circonda, inseguendo “missioni” che le permettano di riempire un vuoto interiore per definizione incolmabile.
La storia si dipana lungo tutta la vita di Elfaba, questo il suo nome, e solo negli ultimi capitoli incrociamo la storia che conosciamo bene, vista sotto la nuova prospettiva: una prospettiva che non stravolge, comunque, il personaggio di Dorothy ma che rende la storia principale una sorta di cameo rispetto al quanto avvenuto prima.
Se quindi vogliamo parlare di originalità della vicenda, di spunti interessanti e di fantasia dell’autore, beh, ne abbiamo a bizzeffe.
Fin qui gli aspetti positivi, ma come si è capito ce ne sono anche di negativi, almeno dal mio punto di vista.
Anzitutto la dispersività.
L’autore si focalizza molto su alcuni momenti di vita del personaggi, poi tira dritto su altri elementi che, invece, avrebbero meritato approfondimento e, soprattutto, non spiega quasi per niente alcune scelte, svolte e situazioni che, invece, avrebbero meritato un certo approfondimento.
In particolare un aspetto mi ha fatto storcere il naso: se si decide di rendere l’ambientazione più “realistica” e vicina ad una denuncia sociale, allora bisogna anche far sì che gli aspetti “inspiegati perché tanto è una favola” spariscano; io sono il primo a chiedere e apprezzare la sospensione dell’incredulità, ma solo se avviene nell’ambito giusto: ecco, a volte ho avuto l’impressione che la sospensione dell’incredulità cozzasse contro la modalità narrativa principale del romanzo.
Certo, leggere gli aspetti negativi dopo i positivi fa pensare quasi che il libro non meriti: onestamente non penso sia così, ma ci sono casi come questo dove certi “difetti” (o quelli che percepisco come tali) diminuiscono la mia capacità di godere di un romanzo, tutto qui.
Ciumbia che recensione!!!!!
Quali sono le missioni di quella ragazzina dai denti aguzzi e dall’incarnato verdognolo??
Molte volte la denuncia sociale ha il sapore della favola, è talmente inspiegabile e ingiusta che per rendere tutto più plausibile e comprensibile forse dico forse c’è bisogno di farla apparire fiabesca per attirare di più l’attenzione.
Bo’ non saprei c’ho provato, non ridere eh!! Che già ti sento.
Forza dai, che il 25 è alle porte e allora sì che il nostro Aries sarà “strepitosamente” “entusiastamente”, ai settimi cieli.
4p
Vero, hai ragione, ma dipende tutto da come viene posto: se il racconto diventa “realistico” allora devi mantenere quel tono, altrimenti non funziona…
In realtà io andrò al cinema il 29 comunque :PPPPP