J.M.
Jean-Marc DeMatteis è uno sceneggiatore di fumetti.
Integro: J.M. DeMatteis è un grande sceneggiatore di fumetti.
Durante la mia adolescenza lui e pochi altri (Gaiman arrivò per me molto tempo dopo) fecero sì che la mia “soglia critica” di apprezzamento per una qualsiasi serie mainstream si alzasse di molto: dopo aver letto storie dell’Uomo Ragno o di Capitan America scritte da lui (o, per completezza, di Hulk scritte da Peter David o di Devil scritte da Frank Miller) mi diventò ben più difficile affermare che un albo a fumetti fosse “bello”; carino, magari, divertente, gradevole, ma “bello” divenne un aggettivo da utilizzare per prodotti molto più selezionati.
Per capire quanto questo autore sia stato “importante” nella mia carriera di lettore, basti dire che la sua “Ultima caccia di Kraven” è sempre stato il volume da far leggere a chi volevo capisse quanto matura e difficile potesse essere una “banale” storia di supereroi: il primo volume a fumetti letto da Sweetie fu proprio quello (seguito da “Born Again” di Miller, per la cronaca), tanto per fare un esempio.
Lo stile di J.M. DeMatteis mi rapì tanto da ispirarmi nello stile del mio primo racconto e su una sua frase cadde la scelta quando dovetti scegliere cosa scrivere in un luogo molto importante.
Orbene, da quando sono su Twitter, tra i vari autori che ho cominciato a seguire (Gaiman e Murakami in primis) c’è anche proprio DeMatteis: ho iniziato a leggerlo, ad apprezzare (cosa non scontata) anche quel che scriveva su questa piattaforma ed, alla fine, a rispondergli, partendo dal presupposto che difficilmente avrebbe letto, figuriamoci rispondermi…
Ed invece, sorpresa: il buon J.M. non solo mi ha risposto, ma abbiamo fatto più volte dei piacevolissimi scambi di opinioni su vari argomenti, da storie che scrisse anni fa ad alcune sue ultime uscite, da corsi di scrittura che tiene in america alla possibilità che venga in Italia, fino ad opinioni su Fringe, serie di cui entrambi siamo appassionati; tutto questo con semplicità, con immediatezza e con l’abbattimento delle barriere che solo Twitter è in grado di fornire.
Ecco qua, questo post nasce quasi solo per condividere con chi mi legge la gioia di questa piccola grande novità: ogni tanto scambio qualche messaggio con uno dei miei autori preferiti da vent’anni a questa parte, con qualcuno che, coi suoi scritti, ha almeno in piccola parte influenzato la mia crescita ed i miei gusti, con qualcuno che ho sempre fornito come esempio di “grande scrittore di fumetti”.
Se qualcuno avesse detto al me stesso di vent’anni fa che un giorno avrebbe scambiato opinioni con uno dei suoi idoli non ci avrei mai credito… e quel nerd sedicenne, ancora presente in me da qualche parte, al momento sta gongolando come uno scemo.
heheheheh ti capisco…e un po invidio….è la stessa cosa che capita a me ed a MGP della corno….
zeb
Sì, infatti ci avevo pensato 🙂
^^ Me lo avevi già raccontato.
Che dire, Twitter è davvero una cosa buona e giusta, e ci piace assai!!!!
Già, ma da quando te l’ho raccontato è successo diverse altre volte 😉
Concordo in pieno su Twitter, ma già sai 🙂