Tornato?

Carico ed insofferente.

Se dovessi descrivermi in questi giorni dovrei utilizzare questi aggettivi apparentemente agli antipodi.

Eppure è così, non ci sono dubbi.

Sono carico come forse non mi capitava da anni: sento energie che scorrono, traboccano, vogliono sfogarsi; energie soprattutto creative, che si traducono nel mio progetto (motivo per cui non ho aggiornato per qualche giorno, come mi è stato fatto notare 😛 ), ma anche nella sete di evoluzione, crescita, scambio, interazione.

Di vita nel mio senso del termine.

Sono energie che sento scorrere, in vari momenti, anche in chi mi sta accanto, cosa che aiuta ad alimentarle ulteriormente, in una sorta di moto che spero diventi perpetuo.

Sono anche le energie che generano l’insofferenza: la voglia di “sentire” è fortissima ed a volte non va di pari passo con le possibilità materiali di agire; in tutto questo, poi, il lavoro sta assumendo un ruolo nuovo: ovvio che ogni giorno ringrazio che ci sia, ma ciò che scrivevo qualche giorno fa sta ormai mettendo radici ed il lavoro sta pian piano perdendo il ruolo che ha avuto in passato; non cambia l’impegno e la professionalità che ci metto, non sarei io altrimenti, ma cambia il modo in cui vivo ciò che succede: posso infastidirmi, anche momentaneamente incazzarmi, ma prima di arrivare ed una volta uscito il lavoro rimane dov’è e non mi segue da nessun’altra parte, men che meno a casa.

E’ così che, settimana scorsa, quando è saltato un appuntamento non ho cercato di rimpiazzarlo con altro lavoro, ma ho dedicato quel tempo al mio progetto.

E’ così che ieri, quando un cliente ha provato a chiedermi di lavorare di sera, gli ho risposto quasi sorridendo che io la sera non lavoro: non mi sono incazzato, giuro che per certi versi mi ha fatto tenerezza nella sua ingenuità, nel suo non arrivare a capire cosa mi stava davvero chiedendo. L’avrei fanculizzato, certo, ma col sorriso e con somma soddisfazione: mi sono limitato ad indirizzarlo altrove, senza alcun dubbio o tentennamento.

E la sapete una cosa?

Mi piace, mi piace da impazzire.

Ricordo che anni fa, dopo un periodo che mi aveva emotivamente svuotato, scrissi “sono tornato”.

Ecco, oggi non scriverò “sono tornato”, perché non sarebbe corretto: “sono tornato” implica essere di nuovo come prima; io non “sono tornato”.

Io sto partendo ora.

Noi stiamo partendo ora.

C’è posto, se volete unirvi, la regola è solo una: vivere appieno.

Pronti?