326. Dieci anni

Non credo negli oroscopi, ma mi diverto a leggere quello pubblicato da Internazionale, scritto da Rob Breszny, perché oltre a essere meno banale di tanti altri propone spesso degli spunti di riflessione interessanti.

In qualche modo mi ricorda l’I-Ching, quando invece di avere una qualunque risposta preconfezionata, ti fornisce immagini che in qualche modo finiscono per porti dentro un seme che potrebbe germogliare in qualcosa di utile.

Oggi, nell’aggiornamento settimanale, il “compito per tutti” è “immagina di guardare negli occhi la persona che eri dieci anni fa. Cosa vorresti dire a quel vecchio te stesso?”.

Dieci anni fa.

Dov’ero dieci anni fa?

Chi ero dieci anni fa?

Avevo iniziato da meno di un mese una convivenza che sarebbe durata sette anni.

Stitch era nella mia vita da quattro settimane.

Zen non era ancora nato.

Io mi barcamenavo tra progettini vari.

Mio padre era vivo.

Ero ancora figlio unico (o almeno ne ero convinto).

Non ero mai stato a New York, ma neanche a Fuerteventura, Rodi, Creta, Lanzarote, Parigi, Bruxelles, Londra.

No, non è vero, a Fuerte sì e ci avevo scritto il primo diario di viaggio.

Avevo perso alcuni amici, ma c’era ancora quello che per anni è stato il più vicino.

Pesavo dieci chili in più.

Il mio ginocchio era ancora sano (o almeno credevo).

Non esisteva il blog.

Avevo scoperto da pochi mesi che mi piaceva scrivere.

Avevo scritto forse due racconti.

Il romanzo non era neanche un’ipotesi, probabilmente avrei riso in faccia a chi me l’avesse detto.

Un’altra vita.

Un’altra persona, così simile a me eppure così diversa.

Cosa potrei dire a quella persona?

Difficile.

Molto difficile.

Ma ci provo.

Ciao, me stesso.
I prossimi dieci anni saranno molto pieni.
Vivrai esperienze splendide e dolori fisici e dell’anima.
Costruirai, dubiterai, riproverai, distruggerai, ricostruirai.
Scoprirai cose su tuo padre.
Vorrai avercela con lui, ma dovrai imparare a perdonarlo.
E, se puoi, parlagli prima che sia troppo tardi. Che sì, hai ragione, sappiamo che spesso hai ragione, ma lui certi passi non li farà.
Ci sono persone che sentirai speciali.
Alcune lo sono, altre lo sembrano e basta.
Vorrei dirti chi e come, ma probabilmente se io sono quel che sono è perché tu devi scoprirlo.
Mi spiace.
E forse non dovrei dirtelo, ma stai attento a quelle scale.
Ti potrebbero costare molto, anche se alla fine forse sono servite.
Ma tu stai attento lo stesso, che magari troviamo altri modi, ok?
Non dubitare mai di aver amato.
Anche quando finirà, anche quando penserai se stai facendo la cosa giusta.
Quel che provi è reale, vivilo sempre.
Ci saranno momenti in cui penserai di non farcela.
Avrai paura, non saprai più dove sbattere la testa.
Ce la farai e potrai andare fiero di esserci riuscito.
Ah, hai presente le volte in cui hai dubitato del tuo inglese? Non ti preoccupare, te la cavi. Vedrai.
Una cosa però voglio dirtela.
Non fidarti.
Quella persona ti sta fregando e ciò che sta facendo ti porterà dove sono io ora.
Non fidarti.
Vattene, rivolgiti a qualcun altro, anche solo alla sua collega, ma non fidarti.
Per favore, me stesso, fidati di me.
Può sembrarti una brava persona, ma non lo è.
Può sembrarti qualcuno che ti aiuta, ma ti sta minando il futuro.
Non fidarti.
Evitaci quello che sto passando.
Ok?
Uh, quasi scordavo: nei prossimi anni vedrai un sacco di film Marvel. Un sacco. E ti li godrai tutti.
E anche un nuovo Star Wars, riesci a immaginarlo?
E un film con Robot e simil-Godzilla.
E un Godzilla fichissimo.
E tanti telefilm.
Tanti.
Tieni d’occhio Doctor Who, che potrebbe portarti più cose di quante ne immagini.
Intanto tra qualche mese a casa di tuo padre nascerà un micio grigio.
Ti ruberà il cuore.
Sarà il felino più misantropo e intelligente che tu abbia avuto.
Non ti verrà mai in braccio spontaneamente e si farà toccare solo quando avrà voglia lui, ma non ci sarà giorno che non sarai felice di averlo accolto.
Goditelo.
Perché io sto per salutarlo e non sai quanto ti invidio.
Saranno dieci anni pieni, me stesso.
E avrai tanti momenti difficili.
Ma ne varrà la pena.
Ne varrà sempre la pena.

E conoscendomi, probabilmente non mi ascolterò.

Ora, però, io aspetto il me stesso futuro che venga a farmi lo stesso favore, ok? Ovviamente poi vedrò se ascoltarlo, ma intanto…

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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2 risposte

  1. Jabez ha detto:

    Mi hai messo una bella pulce nell’orecchio…

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