Tutti i figli di dio danzano

Era la prima volta che affrontavo il Murakami scrittore di racconti e non sapevo proprio cosa aspettarmi: un po’ per il solito ragionamento “romanzi vs. racconti” che ho già  esposto più volte, un po’ perché avevo letto di persone che non erano entusiaste del suo stile ed un po’ perché alcuni proprio non erano stati capiti.

Io sono rimasto sorpreso e considerando quel che ormai penso di questo autore non è cosa da poco.

Sono rimasto sorpreso perché Murakami è riuscito in qualcosa che ritenevo impossibile o quasi: farmi apprezzare racconti che potrebbero sembrare non compiuti; attenzione, ho scritto “potrebbero sembrare” volutamente: dei sei racconti presenti in questo piccolo volume forse solo uno o due sono considerabili compiuti nel senso più tradizionale del termine, ma la verità  è che il fatto che lo siano o meno non conta assolutamente niente, non in questo caso.

I racconti di Murakami sono fotografie, non cortometraggi: l’autore ci apre uno scorcio sulla vita di alcune persone, tutte in qualche modo gravitanti intorno ad un terremoto in Giappone di diversi anni fa (strana coincidenza, lo so…), ma non è sua intenzione raccontarci una “vicenda” nel senso più occidentale del termine.

Ci sono immagini, ci sono scorci, ci sono scene realmente oniriche, di quelle che accettiamo solo se stiamo sognando, ma lo scopo non è “arrivare ad una fine”, ma semplicemente donarci quei pochi istanti di contatto.

Una foto, dicevo, oppure (se preferite) un incontro in treno con delle persone che non vedrete mai più: potrebbe essere fastidioso, interessante, curioso, emozionante, coinvolgente, ma sarà  sempre troppo breve per essere più di uno scorcio sulla vita altrui.

Non ricordo chi disse che i “lieti fine” non esistono nella vita reale, perché c’è sempre qualcosa dopo: ecco, leggendo questi racconti si ha l’impressione di avvicinarci alla vita reale o (agli opposti e proprio per questo così vicino) ad un sogno interrotto.

Da leggere, quindi? Solo se date alla “semplice” narrazione, alle emozioni che questa può donarvi, una reale importanza, altrimenti rischiate di rimanere irritati o infastiditi: certo, c’è da dire che stiamo parlando di un libro di 150 pagine, per cui forse una possibilità  potete dargliela comunque 😉

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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2 risposte

  1. Alchemilla ha detto:

    Sto leggendo adesso “Tutti i Figli di Dio Danzano” e stavo facendo fatica…Allora ho digitato “Perché leggere Murakami” e ho letto il tuo post. Ho cambiato quindi il mio modo di leggere questi racconti e forse riesco ad assaporarli meglio, forse…

    • Aries ha detto:

      E’ uno dei più bei complimenti che potrei ricevere: poi magari continuerà a non piacerti, ma già averti dato una chiave di lettura diversa mi fa un enorme piacere.
      Grazie di cuore 🙂

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