Viaggi Fantastici

Partiamo con una premessa: Jules Verne è, senza tema di smentita, il principale colpevole (assieme a zio Isaac) alla base della mia passione per la lettura. Se quando avevo 8 o 10 anni non mi fossero capitati tra le mani i suoi Viaggio al centro della terra e Ventimila leghe sotto i mari probabilmente non sarei il lettore che sono ora.

Si capirà , quindi, l”emozione che ho provato quando un paio di anni fa ho trovato in libreria una riedizione che pubblicava, in un unico volume, non solo i due romanzi che tanto avevo amato, ma anche “Dalla Terra alla Luna”, “Intorno alla Luna” e, soprattutto, “Il giro del mondo in 80 giorni”; si capirà  anche come l””occasione” di un ricovero di più giorni fosse perfetta per dedicarsi a divorare i cinque romanzi, già  pregustando la magia che mi avrebbe riavvolto.

Magia che, invece, non è mai comparsa, con mia estrema delusione.

Già , perché ciò che aveva rapito il ragazzino di 8/10 anni è diventato, agli occhi del lettore ben più smaliziato e carico di esperienza di 36, spesso e volentieri una nota negativa invece che positiva, rendendo buona parte di questi romanzi quanto meno noiosi, cosa che mai mi sarei aspettato di affermare.

Cerco di spiegarmi, prima di fare una panoramica dei singoli romanzi.

Verne era, senza ombra di dubbio, più che preparato, più che appassionato e più che fantasioso ma era anche, sempre senza ombra di dubbio, pesantemente didattico: per la precisione era un uomo del diciannovesimo secolo pesantemente didattico; tradotto in altri termini, l”autore ha, in quattro su cinque di questi romanzi, la pesante abitudine di indottrinare il lettore, di trasmettergli una marea di informazioni assolutamente inutili ai fini della vicenda che sta raccontando e spesso, addirittura, elencate a cascata peggio che in un”enciclopedia.

Se una cosa del genere è accettabile in un testo di divulgazione (e l”Origine delle specie di Darwin ancora mi aspetta per verificare se riesco a leggerlo) diventa veramente pesante in un romanzo: certo, il me stesso di 30 anni fa ne fu rapito perché amava imparare e scoprire cose nuove, ma il me stesso di oggi non solo quelle cose le sa già , ma spesso deve anche correggerle mentalmente agli occhi della scienza del 21mo secolo, il che può veramente stancare; è come farsi fare lezione di informatica da qualcuno che conosce solo il vecchio Basic, giusto per usare un paragone che altri informatici capiranno.

Per quanto riguarda le vicende vere e proprie è invece innegabile la meravigliosa fantasia che permise a Verne di creare tanti viaggi sconvolgenti, mentre i personaggi rimangono spesso e volentieri un po” troppo bidimensionali: anche qui, però, è il lettore moderno che affronta un autore di due secoli prima su un campo un po” ibrido.

Facciamo una panoramica.

Viaggio al centro della tera

In assoluto il primo romanzo che abbia mai letto e quello che ricordo con più affetto: se la vicenda mi era ancora piuttosto limpida in mente, quel che invece è stata nuova è la sensazione dell”eccessivo nozionismo di cui già  parlavo: troppi, veramente troppi elenchi, affermazioni a sé stanti, citazioni inutili, che appesantiscono la storia senza arricchirla; il personaggio del professore è poi fin troppo cristallizzato, cosa che nei vari adattamenti più o meno riusciti che ne sono stati fatti è stata spesso ammorbidita, rendendolo più gradevole rispetto all”originale.

Dalla Terra alla Luna/Intorno alla Luna

Li cito insieme perché il primo, preso a sé stante, risulta praticamente incompiuto.

Qui le ingenuità  di un autore del 1800 si fanno veramente pesanti e cose che in un romanzo di fantascienza sarebbero assolutamente giustificate e giustificabili qui diventano solo il segno di quanto poco si sapesse all”epoca della natura dello spazio e del nostro satellite, per non parlare poi dei mezzi di trasporto utilizzabili: il risultato è un qualcosa che vuole essere realistico e didattico ma che, per un lettore di 150 anni dopo, risulta quasi irritante.

E’ anche il romanzo coi personaggi più insulsi e monodimensionali dell”intero volume, per cui in sostanza si tratta sicuramente dell”opera meno “piacevole” tra quelle presenti nell”opera

Una curiosità : all”inizio di Intorno alla Luna si trova un riassunto di Dalla terra alla luna; il riassunto è di 3 pagine, il romanzo di 200; è la prima volta che mi capita che un riassunto riesca a descrivere un romanzo quasi alla perfezione.

20.000 leghe sotto i mari

E qui il nozionista si è davvero fatto prendere la mano: considerando che questo romanzo consta da solo 400 pagine e che ad ogni capitolo ci sono elenchi ed elenchi di pesci o alghe o rocce, ben si capirà  cosa intendo.

In realtà , sopportando questa sfilza di elenchi, 20.000 leghe riesce sicuramente ad appassionare un po” di più il lettore, merito degli ormai mitici Capitano Nemo e Nautilus e del mistero gravitante intorno al primo, mistero che non viene però svelato in questo romanzo.

Meno deludente di viaggio al centro della terra, in sostanza, ma poteva perdere 200 pagine senza alcun problema.

Il giro del mondo in 80 giorni

Qui invece c’è stata la sorpresa: per non so quale motivo era il romanzo che meno mi ispirava, che più temevo essere noioso e che più si prestava, a questo punto, al nozionismo dell”autore… Ed invece stavolta Verne ha “fatto giudizio” non abbandonando del tutto il suo vizio, ma rendendolo ben ridotto ed assolutamente sopportabile: il risultato è la storia che bene o male tutti  conosciamo, ma ben ritmata, piuttosto gradevole da leggere e che svetta senza dubbio sugli altri romanzi.

Una bella sorpresa, insomma.

Concludendo, sono ancora legato a Verne? Sì, senza alcun dubbio, anche se a differenza di altri autori non lo ritengo “universalmente adatto”, ma perfetto per catturare nuovi lettori: nel mio caso fece scattare la scintilla e sono certo che tanti altri giovincelli potrebbero farsi rapire nei meandri del pianeta o a bordo del Nautilus senza storcere il naso come ho fatto io in età  più matura.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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Una risposta

  1. widepeak ha detto:

    già, è capitata anche a me questa delusione con verne…ma ci sono altri autori che invece sono cresciuti nella mia stima con gli anni, come london ad esempio.

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