Tre sono le cose misteriose
E poi capitano libri come questo in cui, francamente, ti chiedi se l”autore abbia sbagliato qualcosa o se, semplicemente, non hai capito dove volesse andare a parare.
Perché questo romanzo di Avoledo è sicuramente scritto molto bene e riesce ad infondere un senso di claustrofobia ed inquietudine per buona parte della narrazione, riesce a far giungere i dubbi ed i pensieri del protagonista, riesce a far chiedere al lettore cosa accadrà dopo.
Il problema è che, dopo, non accade niente, che si rimane lì, in attesa di una conclusione precisa che non c’è: sicuramente è una scelta voluta e precisa ma che, mentre in altre situazioni mi ha convinto pienamente, in questo caso mi ha lasciato un senso di tradimento delle aspettative che non mi è piaciuto.
Un romanzo che non mi sento di bocciare, assolutamente, ma che trovo sicuramente inferiore a quello che avevo già letto dello stesso autore.
Poco male, proverò l”Elenco telefonico di Atlantide per una nuova possibilità .
Un accenno di trama: accompagniamo il protagonista, procuratore dell”esercito, negli ultimi giorni di preparativi sotto scorta prima della partenza verso il processo che lo vedrà accusare un “Mostro” responsabile di uno dei tanti genocidi di cui la nostra storia è costellata; una scorta resa necessaria dall”assassinio del suo predecessore e capo, sicuramente ordinato proprio dall”imputato o da uno dei suoi sostenitori.
E così il protagonista, di cui non conosciamo il nome, trascorre le ultime stressanti ore col figlio e la moglie in un remoto paese svizzero, combattuto tra le responsabilità familiari, quelle lavorative ed, ovviamente, la paura per la vita sua e dei suoi cari.