Ciao, Lucky

Sei arrivato quasi di soppiatto, semplicemente, dicevamo ai tempi, per far compagnia a Lupo.

Facevi parte di una cucciolata strana ed avevi la particolarità  di essere nato senza un dito ad una zampa: niente di che, non fu mai un problema, ma ti distingueva dal resto dei tuoi fratelli.

Appena arrivato fu chiaro che non saresti stato come Lupo: tu tanto tenero, lui tanto forte, per forza di cose diventasti il più bonaccione dei due.

Ti ho preso sempre in giro per questo, ma tu sapevi quanto bene ti volevo.

Ieri sera, dopo 15 anni e mezzo nelle nostre vite, te ne sei andato in silenzio: certo, hai avuto una vita lunghissima, ma il vuoto lo lasci lo stesso, anzi, forse di più proprio per questo.

Ma non ti scorderò, piccolo vecchietto mio, stanne certo.

Non scorderò quando a due mesi giocavi con la lingua di Lupo fino a farti ribaltare con una zampata.

Non scorderò quando cercavi di corrergli dietro e, una volta stanco, ti facevi portare in spalla da me.

Non scorderò quando ti annodasti nella rete in macchina perché non volevi star seduto.

Non scorderò quando te la facesti addosso davanti ad un gatto.

Non scorderò quando imparasti dallo stesso gatto ad arrampicarti sulla rete di recinzione.

Non scorderò le tante passeggiate con te e Lupo prima e con te e Zenda poi.

Non scorderò neanche le ultime volte, quando facevi così fatica a camminare da non poter uscire dal recinto eppure avevi comunque voglia di venir via con noi.

Non scorderò il tuo muso l’ultima volta che ti ho visto e che, ringrazio il cielo, ti ho fotografato: avevi lo sguardo di qualcuno tanto tanto stanco che avrebbe potuto raccontare una lunga vita.

Ora non ci sei più.

Una cara amica oggi mi ha detto di non sentirmi in colpa perché ti ho dato quel che potevo.

Un’altra amica mi ha detto che spera che tu ed il suo micio appena scomparso facciate amicizia dall’altra parte.

Conoscendoti non è affatto difficile.

Voglio ascoltarle entrambe, Lucky.

Ciao amico mio, saluta Lupo quando lo vedi.

Ci vediamo tra un po’, ok?