Otello?
Ieri sera siamo andati, pieni di speranza e curiosità, a vedere l’Otello di Andrea Giordana al Carcano.
La prima domanda che mi pongo è: possibile che non ci sia verso per me di andare a vedere una messinscena di Shakespeare che rispetti a pieno il testo originale?
Io capisco che i testi sono ormai più che conosciuti, capisco anche la voglia di sperimentare, ma porca zozza: Shakespeare è perfetto com’è, non ha bisogno di ulteriori invenzioni, almeno per quanto riguarda me.
E ieri sera ci siamo trovati di fronte ad un Otello compresso (da cinque atti ad uno…), con un allestimento moderno in cui il protagonista è vestito a metà come un pilota Alitalia e a metà come un ufficiale militare a riposo ed in cui Iago, Cassio e gli altri comprimari maschili sembrano dei guappi di una famiglia mafiosa di secondo piano.
A parte che non ricordo con precisione una scena del dramma originale in cui Desdemona si spoglia in scena (oh, un bel vedere, non lo nego, ma semplicemente mi sembrava fuori luogo…), il tutto mi ha lasciato quanto meno perplesso.
Cerchiamo di capirci: Giordana è molto bravo ed anche Ivana Lotito è assolutamente in parte, ma la bravura non basta ad emozionare e questa rappresentazione non è riuscita, purtroppo, a farlo.
I difetti che lasciano perplessi sono diversi: un Otello più debole che folle di rabbia, che sembra più il padre di Desdemona che il marito, che passa metà del tempo a piangere e disperarsi, un Cassio ombra del personaggio originale, uno Iago certe volte fin troppo farsesco e, su tutti (insieme all’allestimento), una compressione dell’opera originale che non permette di approfondire a dovere i vari avvenimenti.
Una delusione, purtroppo, nonostante la (voglio ripeterlo) bravura dei singoli attori, che però non è stata sufficiente a reggere una trasposizione così poco sentita: non penso, tra l’altro, di essere stato l’unico a viverla così, dato che chiuso il sipario il pubblico è rimasto in silenzio alcuni istanti di troppo e gli applausi successivi erano evidentemente più "di rito" che "di cuore".
Peccato, davvero.
Oramai Shakespeare viene portato in scena più per sperimentare che per vero spirito d’amore per il suo teatro.
Credo che solo in Inghilterra si possa vedere il teatro shekespeariano come è stato scritto.
Il problema è che registi e attori vogliono metterci del loro, a volte calcano la mano e il risultato è modesto se non addirittura fallimentare…
Temo che il povero Will si rivolterà nella tomba spesso e volentieri…..
Un bacione 😉
@ cate
ormai i suoi colleghi fantasmi lo chiamano “la trottola”
consolati con una bottiglia di whisky…
Molto bene…avevo intenzione di andare a vederlo e adesso non lo farò mai più.
Scherzi a parte, non deve essere stato piacevole, soprattutto se si ama Shakespeare così com’è.