Racconto: In Fuga

Il secondo racconto che inserisco su questo blog è la dimostrazione che la mia anima nerd esiste ed è reale . Nato in un pomeriggio in maniera quasi prepotente da un’idea che frullava in testa, spero che sia almeno minimamente apprezzabile. Buona Lettura!

In Fuga

Buio.
Freddo.
Fame.
Brividi.
Dove sono?
Dove mi ha portato?
Dove, stavolta?
Cerco di schiarirmi le idee, ma è così difficile pensare.
In realtà è difficile anche solo respirare.
Mi sto muovendo?
No, è il posto in cui mi trovo che si sta muovendo, qualunque cosa esso sia.
Che puzza.
Sembra quasi…
Ma certo, devo essere su un carro bestiame.
Un carro bestiame stranamente vuoto, a giudicare dal silenzio.
E’ stato furbo a portarci qui.
Forse riusciremo a starcene un po’ tranquilli: d’altronde è questo che dice sempre di volere, no?
Essere lasciato in pace.
Già.
LUI vuole essere lasciato in pace.
Lui, che mi ha rubato e distrutto la vita, vuole essere lasciato in pace.
Lui, che ciò che tocca distrugge, vuole solo stare tranquillo.
Ironico che quando sta tranquillo poi scompaia e torni io, vero?
Ironico.
Mi viene proprio da ridere.
Ed invece riesco solo a piangere.
Dio mio, da quanto va avanti tutto questo?
Sembrano decenni, ma sono solo pochi anni.
Pochi anni in cui la mia vita ha smesso di esistere, in cui il brillante candidato al Nobel è diventato un fuggitivo, un ricercato, trattato alla stregua dei peggiori criminali.
Ed è tutta colpa sua.
Sua.
E’ arrivato ed ha fatto quel che gli riesce meglio.
Ha distrutto tutto.
Mi ha tolto ciò che più sognavo.
Mi ha tolto chi amavo.
Betty.
Oddio, Betty…
Se lui non fosse esistito sarebbe ancora viva.
Forse non sarebbe mai stata mia, ma sarebbe viva.
E lui l’ha uccisa.
La sua esistenza l’ha uccisa.
L’unica persona che mi abbia mai amato è morta a causa sua.
E’ colpa sua.
SUA.
Colpa sua…
Senza dubbio.
D’altronde è stato lui a studiare quelle maledette radiazioni, no?
E’ stato lui a creare quella bomba, vero?
Ed è sempre stato lui a cercare di fare l’eroe per salvare uno stupido ragazzino, giusto?
Patetico.
Riesco a mentire anche a me stesso.
Continuo ad incolpare lui, ma sono io, io soltanto la causa di tutto.
E’ da tempo che lo so, ma non lo ammetterei mai a voce alta: in un modo o nell’altro lui sarebbe uscito comunque fuori.
E’ sempre stato in me, nascosto, soffocato, che aspettava, pronto a prendere il controllo ad un mio minimo cenno di disattenzione.
Era lì, in attesa e quella bomba l’ha solo liberato nel modo più violento ed inimmaginabile.
Bella spiegazione.
Dovrei essere fiero di me.
Fiero di aver capito che Betty è morta a causa mia.
L’ho uccisa io.
Sono io l’unico responsabile.
E vorrei raggiungerla, ma so che lui non me lo permetterà mai, maledetto.
Ci ho provato tante volte e sempre, sempre è arrivato a fermarmi.
CHE TU SIA DANNATO!
MI SENTI?
CHE TU SIA DANNATO!
Ok.
Sto davvero impazzendo.
Sono seminudo, in un carro bestiame, nel bel mezzo della notte ed urlo alle ombre.
Fantastico.
Mi sa che il Nobel ormai posso scordarmelo.
Bella battuta, Banner, perché non ridi?
Cielo, quanto sono stanco.
Tanto stanco.
Stanco di fuggire.
Stanco di lottare.
Stanco di carri bestiame.
Stanco di aver paura per chi mi circonda.
Stanco di non ricordare…
Va bene, Doc, almeno a questo puoi provare a porre rimedio.
Cerca di mettere in moto il cervello e ricordarti cos’è successo questa volta.
Che mal di testa…
Mi sembra di rivedere un locale…
Tavoli…
Un odore misto di fritto e di rancido…
Una tavola calda, di quelle di decima categoria.
Ero… Al tavolo, sì, da solo… Ma è successo qualcosa… Ricordo delle urla… Degli strattoni… Un coltello… E poi, poi più nulla.
A quel punto sarà arrivato lui.
E molti si saranno fatti male.
Ti prego, se ci sei, fai che almeno non abbia ucciso nessuno.
Almeno questo.
Non potrei sopportarlo.
Ti pre… Cosa succede?
Ci stiamo fermando.
Sento dei rumori…
Voci…
Latrati…
Cani…
Oddio, no, ci stanno cercando…
Per favore, non venite qui, per favore…
Si avvicinano…
Vi prego, lo dico per voi, non venite qui…
Dannazione, ho paura, sento che sale…
Il cuore accelera…
Sono più vicini…
Per favore, no!
NO!
Non ce la faccio…
Non ce la faccio…
La porta si apre….
Non posso più fermarlo…
La vista si fa verde…
Ed io… io vorrei che non mi piacesse così tanto.
 

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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6 risposte

  1. Anonimo ha detto:

    Non sarà  David, ma è di sicuro meglio di molti dialoghi di Jenkins e Byrne sul cetriolone.

    Tora

  2. Anonimo ha detto:

    Sì, sei un nerd

  3. Anonimo ha detto:

    ehm….il precedente commento è il mio.
    grimm

  4. Aries ha detto:

    Beh, ci vuole un nerd per riconoscerne un altro 🙂

  5. Anonimo ha detto:

    notare come i commenti sono tutti di nerd…

    bel racconto comunque, mi piace molto come scrivi!

    sage

  6. Aries ha detto:

    E’ uno dei complimenti più belli che potessi farmi, davvero… sono quasi disposto a perdonarti per la battuta sui capelli 🙂 Grazie!!!

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