102. Tornando

Mi porto a casa sorrisi, scemenze, battute, assurdità.

Mi porto a casa Starbuck’s deludenti ma utili.

Mi porto a casa musica di merda in luoghi che la fanno perdonare.

Mi porto a casa uno scivolo nel mare, un urlo felice e delle inerpicate con scarpe inadatte.

Mi porto a casa una nuotata tra tanti adorabili pesci.

Mi porto a casa autobus puntuali e frutta deliziosa.

Mi porto a casa bicchieri di vino, colazioni e lettini inspiegabilmente non pagati.

Mi porto a casa tramonti.

Mi porto a casa troppa gente, ma scorci e mare che te la fanno perdonare.

Mi porto a casa passione e dolcezza e grattini.

Mi porto a casa aperitivi vista mare, con patatine o cocomero poco importa.

Mi porto a casa caldo assurdo, umidità pazzesca e vento che stacca ombrelloni.

Mi porto a casa una statuina di Spider-Gwen.

Mi porto a casa bagni in mare e corpi stretti e labbra e mani.

Mi porto a casa leggere e scrivere insieme.

Mi porto a casa le gare sui cerchi dell’orologio.

Mi porto a casa un’insalata alle pesche senza le pesche.

Mi porto a casa foto sceme.

Mi porto a casa cure e massaggi.

Mi porto a casa un telecomando dell’aria condizionata che funziona solo quando vuole lui.

Mi porto a casa una testa sulla spalla, sul petto, sulle gambe.

Mi porto a casa il 2409.

Mi porto a casa conferme.

Mi porto a casa tante di quelle immagini che ho dovuto segnarmele per non scordarle mai.

Mi porto a casa malinconie e nostalgie.

Mi porto a casa memorie preziose.

Mi porto a casa una sola parola.

Ancora.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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