92. Ciao, Piero
Sinceramente oggi avrei preferito non sapere cosa scrivere, ma questo post è obbligato, seppur per molti versi inutile.
Piero Angela se n’è andato e in pochi casi ho visto tante reazioni affrante come quelle che stanno invadendo i social oggi. E a ben donde.
Da appassionato di divulgazione scientifica io davvero non riesco a immaginare come sarebbe stato il nostro paese senza una figura come quella di Piero Angela: pochi, pochissimi sono riusciti ad arrivare al grande pubblico per decenni raccontando scienza e cultura, facendosi ascoltare anche da chi avrebbe potuto ritenere ostici gli argomenti trattati.
Non si tratta solo di quanto Quark prima e Superquark dopo abbiano accompagnato generazioni coi loro documentari: sarebbe già qualcosa di enorme, ma non racchiuderebbe l’intera essenza del suo impatto su tanti di noi.
Ciò che ha fatto è stato dare un linguaggio, creare un ponte tra le scienze – anche le più complesse – e coloro che avrebbero potuto interessarsene se solo qualcuno avesse avuto interesse e capacità di raccontarle in modo adeguato. Piero Angela inventò il modo adeguato.
Non solo, lottò sempre affinché la scienza fosse rispettata, affrontando senza timore ciarlatani e simili, da solo o tramite il Cicap, di cui fu membro fondatore.
Oggi, nel suo post celebrativo, Adrian Fartade si è chiesto quanti divulgatori moderni avrebbero fatto questa scelta se non ci fosse stato Angela ad aprire la strada: io sono convinto che sarebbero stati pochi, pochissimi. E se oggi possiamo leggere e ascoltare Fartade, Luca Perri, lo stesso Alberto Angela e molti altri sappiamo chi ringraziare.
Io, nel mio piccolo, lo ringrazio anche di quella serie di documentari sui dinosauri che uscirono non molto dopo Jurassic Park e che comprai anche in videocassetta per quanto erano fatti bene. E sicuramente terrò caro il suo libro sull’Atmosfera che fu il mio primo acquisto nella biblioteca Discovery, quello che aprì la porta alla mia passione definitiva per la divulgazione scientifica.
Angela ci ha mostrato che la curiosità, la voglia di imparare, la voglia di adattarsi al mondo in cambiamento non hanno età e non hanno generazioni: basta desiderarlo e continuare ad alimentarle, cosa che ha fatto fino a 93 anni.
Quando gli è stato chiesto se avesse paura di morire rispose che la riteneva una scocciatura. Oggi quella scocciatura è arrivata e noi dobbiamo affrontare di nuovo la consapevolezza che questo mondo è sempre più povero di figure che di diano l’esempio migliore.
Ciao, Piero, grazie da tutti noi.