50. La mia amica scavezzacollo
Ho la fortuna di poter dire che Micol è un’amica. Una di quelle a cui sei legato anche se la vedi molto meno di quanto vorresti. E oltre a essere un’amica è una bella persona, ma non per dire: Micol è una di quelle persone tanto capaci di sognare e amare il mondo da farti domandare esattamente da quale pianeta provenga.
Anni fa vidi in diretta, tramite aggiornamenti su Facebook, l’inizio della storia con Maria, o meglio Patatina, quella Signora Puffo che ai tempi Micol non sapeva sarebbe diventata parte integrante della sua vita e, in qualche modo, della vita di chi la conosceva.
Vedere quella vicenda raccontata a modo suo, con quel modo di fare voli pindarici tanto suo caratteristico che chi legge il libro non può non sentire la sua voce in testa, fa uno strano effetto: da un parte quello del ”mi ricordo, sì, ricordo quel giorno”, dall’altra lo scoprire dettagli, difficoltà, sviluppi. E, soprattutto, l’incredibile personalità di Maria, che io ho incrociato solo una volta per caso mentre passeggiava con Micol davanti alla stazione di Porta Genova.
Ecco, raccontare qui cos’è la storia di Micol e Maria sarebbe privarvi della sorpresa e della gioia della scoperta: quello che posso raccontarvi è che si sono salvate a vicenda, per molti versi, anche se Micol ancora non poteva saperlo. Micol aveva solo deciso di seguire il suo cuore e il suo istinto quando si prese a cuore quella che era ancora la Signora Puffo, il resto – probabilmente – non poteva andare diversamente.
Ecco, qui Micol ce lo racconta e lo fa come sa fare lei, da perfetta cantastorie.
È, in fin dei conti, una storia d’amore e non ci viene nascosto fin dalla prima pagina.
Tra Micol e Maria, ovviamente.
Tra Maria e chi l’ha conosciuta.
E tra Maria, Micol, noi tutti e le storie.
Perché le storie, vere o meno che siano, sono quelle che potrebbero davvero salvarci.
Un giorno saremo tutti Maria