44. Questioni un certo genere

Sono un abbonato della prima ora del Post. Lo sono fieramente, dato che lo ritengo una delle poche testate che continua a fare un lavoro degno di questo nome, con la maggior onestà intellettuale possibile e col rispetto per il lettore che dovrebbe essere il minimo sindacale ma, purtroppo, non lo è affatto.

Da un paio d’anni le attività del giornale on line si sono espanse in varie direzioni, tra podcast, incontri e libri: sto parlando della collana ”Cose spiegate bene”, realizzata in collaborazione con Iperborea e che più o meno semestralmente propone un approfondimento su un argomento sempre diverso.

Il primo volume era dedicato ai libri, il terzo – uscito recentemente – si occupa di droghe, il secondo – di cui parlo oggi – è invece concentrato su identità sessuali e diritti.

La prima cosa da segnalare è che l’intera collana ha come target un pubblico generalista ma interessato, che ha voglia di scoprire e approfondire argomenti di cui potenzialmente non sa nulla. Non si tratta quindi mai di testi per persone molto competenti, bensì di introduzioni, di vere e proprie guide per la comprensione.

La struttura è ricca e al contempo semplice: abbiamo un indice di poco meno trenta articoli che cercano di affrontare i vari argomenti dell’identità di genere nel modo più tridimensionale possibile, includendo in vari casi apporti diretti di attivistə e di membrə della comunità di riferimento.

Gli argomenti toccati vanno dal concetto stesso di identità di genere all’evoluzione della lingua (con intervento di Vera Gheno), dalle problematiche relative alle persone transgender ai concetti di fluidità di genere per arrivare alla definizione di femminismo intersezionale e alla questione della mascolinità tossica, con interventi – oltre della già citata Gheno – di Gianmarco Negri, Fumettibrutti, Arianna Cavallo, Massimo Prearo e Diego Passoni.

Come dicevo, il volume – curato da Arianna Cavallo, Ludovica Lugli e Massimo Prearo – è un’ottima guida introduttiva ma non per questo dev’essere sottovalutato da chi, invece, ha già da tempo intrapreso un percorso di apprendimento se non addirittura di alleanza alle comunità LGBTQIA+ o, ancora, chi ne fa parte ma non ha visibilità su aspetti di cui non ha esperienza diretta: oltre, infatti, a sguardi su altre comunità ci sono comunque aspetti storici, informazioni demografiche e anche legali di cui non tutti siamo a conoscenza e che aiutano ulteriormente la comprensione di un quadro tanto ampio e complesso.

È una buona lettura, scorrevole e chiara come nello stile del Post. Completa sicuramente no, ma non è il suo scopo e non avrebbe neanche modo di esserlo. Utile, comunque, anche l’elenco di letture e prodotti da vedere posto in chiusura.


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Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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