27. Quando trovi chiuso
Poi ci sono quelle sere che ti ricordano quanto importante sia seguire il flusso e godere ciò che ne arriva.
Sono quelle in cui decidete di andare a cenare in un ristorante che viene indicato come aperto e, dopo aver cercato posto per la macchina e camminato un chilometro e mezzo, scoprire che è chiuso.
Quelle in cui, mentre si fa questa scoperta, arriva giusto in tempo un temporale e finite per infilarvi nel primo posto che vi ispira, non sapendo neanche se il vegetariano dei due troverà di che mangiare.
Quelle in cui il suddetto vegetariano potrà mangiare maccheroncini che somigliano più a dei tagliolini conditi con porcini che hanno scordato il sapore e tartufo che sì, in qualche modo, si sente.
Ma nel frattempo scoprite che c’è un evento lì vicino. Inatteso, imprevisto, che chiude esattamente la piazza in cui volevate andare.
Ma alla fine ciò che dovevate fare lo fate comunque, quasi per caso, nonostante una tizia dai capelli blu molto ma molto antipatica.
E ancora per caso vi trovate a vivere quell’evento in modo rubato e ridete di gente che incrociate e sorridete per la coincidenza che vi ha portati lì in quel momento.
E vi godete il momento e sorridete e vi stringete.
E concludete con urla da un ponte.
E ridete, quanto ridete. Quanto.
E a riguardarlo alla fine tutto sta lì, nell’aver seguito il flusso, nell’essere stati pronti a prendere il meglio di ogni cosa, nell’essersi goduti ogni cazzata che veniva in mente.
Tutto sta lì.